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Venerdì 29 GENNAIO 2016
Aborto. De Filippo: “Il numero degli obiettori è congruo rispetto al numero di IVG. Eventuali difficoltà da ricondurre a singole strutture”

Il sottosegretario alla Salute risponde all’interrogazione di Donata Lenzi in commissione Affari sociali sullo stato di attuazione della Legge 194 dopo le nuove polemiche scatenate dalla trasmissione Presa diretta e da un articolo sul New York Times in cui si denunciava l’elevato numero di medici obiettori e la conseguente difficoltà nell’accedere all’intervento.

“Riguardo l'obiezione di coscienza e l'accesso ai servizi IVG, si conferma il dato delle relazioni al Parlamento: su base regionale e, per la prima volta, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, anche su base subregionale, non emergono criticità nei servizi di IVG”. Risponde così il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo all’interrogazione presentata dalla deputata Donata Lenzi (PD) sullo stato di applicazione della legge 194 dopo le “polemiche sollevate dalla trasmissione televisiva Presa diretta e da un articolo del New York Times che hanno riproposto il problema della piena applicazione della legge”.
 
Qui di seguito la risposta integrale fornita dal sottosegretario:
 
Con riferimento allo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, faccio presente quanto segue. 
Quanto ai tempi di attesa per l'intervento: sono in diminuzione i tempi di attesa tra rilascio della certificazione e l'intervento di IVG. Inoltre, la percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio della certificazione è aumentata: nel 2013 è pari al 62,3 per cento, era il 61,5 per cento nel 2012 ed il 59,6 per cento nel 2011. Aggiungo che è diminuita la percentuale di IVG effettuate oltre 3 settimane di attesa: 14,6 per cento nel 2013, 15,5 per cento nel 2012 e 15,7 per cento nel 2011. 

Quanto alla mobilità regionale: il 90,8 per cento delle IVG viene effettuata nella regione di residenza, di cui l'87,1 per cento nella provincia di residenza, percentuali in linea con i flussi migratori anche relativi ad altri interventi del SSN. 

Riguardo l'obiezione di coscienza e l'accesso ai servizi IVG, si conferma il dato delle relazioni al Parlamento: su base regionale e, per la prima volta, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, anche su base subregionale, non emergono criticità nei servizi di IVG. In particolare, emerge che le IVG vengono effettuate nel 60 per cento delle strutture disponibili, con una copertura soddisfacente, tranne che in due regioni molto piccole. Il numero dei punti IVG, paragonato a quello dei punti nascita, mostra che mentre il numero di IVG è pari a circa il 20 per cento del numero di nascite, il numero di punti IVG è pari al 74 per cento del numero di punti nascita, superiore, cioè, al dato che avremmo potuto avere, rispettando le proporzioni fra IVG e nascite. Confrontando poi punti nascita e punti IVG non in valore assoluto, ma rispetto alla popolazione femminile in età fertile, a livello nazionale, ogni 5 strutture in cui si fa una IVG, ce ne sono 7 in cui si partorisce. Infine, considerando le IVG settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore, e considerando anche 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua 1,6 a settimana, un valore medio fra il minimo di 0,5 della Sardegna e il massimo di 4,7 del Molise. Questo stesso parametro, valutato per la prima volta a livello sub-regionale, mostra che anche nelle regioni in cui si rileva una variabilità maggiore, si tratta comunque di un numero di IVG settimanali sempre inferiore a dieci, cioè con un carico di IVG per ciascun non obiettore che non dovrebbe impegnare tutta la sua attività lavorativa. 

Il numero di non obiettori risulta, quindi, congruo, anche a livello subregionale, rispetto alle IVG effettuate, e il carico di lavoro richiesto non dovrebbe impedire, pertanto, ai non obiettori di svolgere anche altre attività oltre le IVG e, conseguentemente non dovrebbe creare problemi nel soddisfare la domanda di IVG. 

Eventuali difficoltà nell'accesso ai servizi, quindi, sono da ricondursi a situazioni ancora più locali di quelle delle singole aziende sanitarie, e probabilmente andrebbero ricondotte a singole strutture

Da ultimo, comunico, che al fine di consolidare la qualità dei dati raccolti dal sistema di sorveglianza IVG, utili per monitorare l'applicazione della legge 194/78, il Ministero della Salute ha finanziato un progetto CCM della durata di 12 mesi, coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia dell'ISS. In particolare, saranno esaminate con i referenti regionali le criticità presenti a livello locale, per quanto riguarda la raccolta dati e l'applicazione della L. 194/78, e si svolgeranno incontri formativi per i referenti regionali sulle tecniche di controllo dei dati, sulla stima del bisogno a livello locale e sulle principali criticità emerse.
 
Tale attività si svolgerà già a partire dal prossimo 24 febbraio. Lascio agli onorevoli interroganti una sintetica tabella sulla evoluzione nel tempo, in termini di numeri, del fenomeno IVG, del numero dei ginecologi non obiettori e del carico di lavoro per IVG, estratta dalla Relazione al Parlamento (novembre 2015, capitoletto dell'obiezione di coscienza).
 
Evoluzione storica dal 1983 al 2013 degli interventi di IVG, del numero di ginecologi non obiettori e del carico di lavoro per IVG a livello nazionale

 


  anno

  N. IVG

N. ginecologi non obiettori

N. IVG l'anno per ogni ginecologo non obiettore

N. IVG a settimana per ogni ginecologo non obiettore

1983

233.976

1.607

145.6

3.3

1992

155.266

1.415

109.7

2.5

2001

132.234

1.913

69.1

1.6

2011

111.415

1.507

73.9

1.6

2013

102.760

1.490

69.0

1.6




Gli andamenti storici dell'Obiezione di coscienza ci dicono che dal 1983 le IVG sono diminuite costantemente, più che dimezzate e i non obiettori sono sostanzialmente costanti, con piccole oscillazioni. Il carico di IVG settimanale, quindi, considerando 44 settimane lavorative, in trenta anni si è dimezzato (da 3.3 a 1.6).
 
La deputata Delia Murer (PD), replicando, ha espresso apprezzamento per i dati forniti e coglie l'occasione per sollecitare l'esame in Commissione della ultima relazione sull'attuazione della legge n. 194 del 1978. Richiamando la risoluzione approvata dalla Commissione al seguito dell'esame della precedente relazione, ritiene utile l'acquisizione delle risultanze del lavoro del Tavolo tecnico promosso dal Ministero della salute e dalle regioni. Segnala come punti critici la necessità di migliorare il lavoro di prevenzione, specie nei confronti delle persone di recente immigrazione, e la possibile maggiore concentrazione di medici non obiettori tra il personale prossimo alla pensione.

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