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Lunedì 01 FEBBRAIO 2016
Piemonte. Parametri molto discutibili per il calcolo del fabbisogno di personale



Gentile Direttore,
la procedura sul calcolo del fabbisogno di personale ospedaliero, medico e infermieristico, che il Direttore Generale della Sanità del Piemonte, Fulvio Moirano, ha diffuso ancora in bozza, in due versioni successive nelle ultime settimane, (alleghiamo la seconda stesura fatta circolare una decina di giorni fa), lascia tutti non poco perplessi. I dubbi riguardano sia la metodologia generale sulla quale si basa il documento, sia il sistema di calcolo dei fabbisogni di personale, dove vengono utilizzati parametri molto discutibili.
 
La situazione in Piemonte è nota. Con l’uscita dal piano di rientro, dopo anni di turn over bloccato e con l’effetto delle nuove norme sull’orario di lavoro, derivate dalla Lg. 161/2014, sarà imperativo effettuare nuove assunzioni di personale medico e infermieristico. Per l’Assessorato, quindi, produrre un documento che certifichi che, complessivamente, a tutt’oggi, il personale è ancora in esubero o, al massimo, in equilibrio (se vengono accettati trasferimenti di medici e infermieri da un ospedale all’altro), diventa un’arma formidabile per evitare di effettuare, almeno in parte, le assunzioni dovute.
 
Questa procedura proposta da Moirano e dal consulente Ragnar Gullstrand, tiene conto solo di criteri economici, con buona pace dei tanto sbandierati bisogni dei cittadini. E non mi riferisco a quei bisogni indotti artificialmente da offerte eccessive di prestazioni gonfiate da specifici interessi di mercato o dalle mode del momento. Parlo di esigenze reali di salute che, queste sì, dovrebbero essere definite da un costruttivo confronto fra i Medici e la Politica.
 
In altre parole, sono convinto che l’obiettivo di una società civile, non dovrebbe essere quello di partire dall’ammontare dei finanziamenti arbitrariamente prefissati per la Sanità per poi desumere quali servizi si è in grado di erogare ma, al contrario, stabilire prima, anche in maniera rigorosa, quali sono i reali bisogni di salute della popolazione, e poi trovare le risorse per soddisfarli. Tutto ciò, ovviamente, nei limiti del possibile, ma dando alla salute la giusta priorità rispetto ad altri finanziamenti meno importanti. E invece, di tutto quanto serve ai cittadini, in termini di salute, nel documento non si fa cenno. Si parla solo di quanto ci costa la Sanità e di quanto abbiamo deciso di spendere.
 
Non è questa, ovviamente, la sede per entrare in una trattazione analitica della procedura. L’Anaao l’ha esaminata e aspetta di discuterne, in un incontro intersindacale che ci è stato promesso, con Saitta e Moirano. In quell’occasione, in base alla disponibilità della controparte, valuteremo se sarà possibile rimettere insieme i cocci del documento o se converrà proporre di farne carta straccia e riscriverlo da capo.
 
Ormai è stato chiarito che la Sanità piemontese è sprofondata in un pesante deficite ha dovuto sopportare un duro e umiliante piano di rientro perché gli stanziamenti per la Sanità sono stati utilizzati, negli anni passati, dalla Regione, per altri capitoli di spesa e a favore di altri settori. Infatti, da quando la legge ha impedito questo malcostume, i conti della Sanità sono tornati in attivo.
 
Perciò basta tagli lineari. Se ci sono ancora sprechi dimostrabili, correggiamoli perché è nell’interesse di tutti. Ma adesso il Piemonte torni a investire nella Sanità. Nelle apparecchiature, nell’edilizia e soprattutto in quelle risorse umane che troppo spesso vengono considerate solo un costo anziché una ricchezza.
 
Mario Vitale
Segretario Regionale Anaao Assomed Piemonte

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