quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 09 FEBBRAIO 2016
Agronomi e tecnologi alimentari entrino nel Ssn. Per la sicurezza dei nostri alimenti



Gentile Direttore,
la recente proposta di ribattezzare Ministero dell’Agro-alimentare, quello che adesso è il Dicastero preposto alle Politiche agricole, ha provocato diverse prese di posizione per evitare che al cambio di denominazione segua anche l’incorporazione delle competenze sulla sicurezza alimentare, attualmente al Ministero della Salute.
 
Condivido le obiezioni ad uno spostamento di deleghe sulla sicurezza alimentare e penso che il controllo sulla salubrità degli alimenti debba restare a chi, come il Ministero della Salute, sia indipendente dalle pressioni del mondo produttivo. Credo però che l’attuale impianto della sicurezza alimentare possa essere migliorato, allargando il numero delle professionalità operanti nel SSN.
 
La sicurezza alimentare è un campo estremamente sfaccettato, che richiede una pluralità di competenze difficilmente rinvenibili in una sola professionalità. E se nel campo delle produzioni animali il veterinario è figura centrale, con una visione completa delle problematiche, nel campo delle produzioni vegetali o della ristorazione collettiva, manca oggi una figura con una preparazione che copra tutta la filiera dal campo alla tavola.
 
A tutt’oggi il SSN non ha in pianta organica la figura dell’agronomo e del tecnologo alimentare, anche se quest’ultimo fa capolino con contratti di precaria collaborazione, eppure la vigilanza sulla sicurezza di ciò che mangiamo comporta anche l’avere conoscenze sull’impiego dei fitofarmaci, sulla patologia vegetale e le tossine fungine o sul food packacing e le tecniche di ristorazione collettiva. Un agronomo, ispezionando una partita di derrate vegetali può, più facilmente di altre figura professionali, trovare indizi di trattamenti fitosanitari fuori norma o se il rischio da micotossine (spesso cancerogene) sia più o meno rilevante. Analogamente un tecnologo alimentare ha la formazione migliore per cogliere, dall’esame degli impianti di produzione o di ristorazione, gli eventuali punti deboli sul piano igienico.
 
Agronomi e tecnologi alimentari non sono figure sanitarie, come non lo sono nemmeno i chimici o i fisici già presenti nel SSN, ma la loro inclusione nell’organico delle ASL, almeno nel ruolo tecnico, accrescerebbe il già buon livello di sicurezza alimentare del nostro Paese e credo sia giunto il momento di inserirli.
 
Filippo Rossi
Ricercatore confermato
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza

© RIPRODUZIONE RISERVATA