quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 12 FEBBRAIO 2016
La farmacia rurale vuole cambiare nome in "Farmacia Sociale"? Assofarm: "Pronti ad ogni iniziativa contro la registrazione del marchio"

Continua la polemica tra le farmacie rurali e le farmacie comunali sull'annuncio del Sunifar di volere registrare il marchio “farmacia sociale” per definire le “farmacie rurali”. Assofarm difende infatti il ruolo sociale delle farmacie comunali e annuncia battaglia contro ogni iniziativa tesa ad appropriarsi di questa definizione.

È scontro tra le farmacie rurali e le farmacie comunali sull’annuncio delle prime di avere avviato le procedure per la registrazione del marchio “farmacie rurali” in sostituzione della definizione “farmacie rurali”. Dopo un primo botta e risposta, infatti, il presidente del Sunifar, Alfredo Orlandi, e di Assofarm, Venenzio Gizzi, hanno dato proseguimento alla polemica attraverso ulteriori dichiarazioni dai toni sempre più accesi.

Il presidente di Sunifar, Alfredo Orlandi ha infatti smentito che la registrazione del marchio comporterebbe la sostituzione del nome "farmacia rurale" in "farmacia sociale" (anche se a dichiararlo era stato lui stesso nelle dichiarazioni rilasciate il 17 dicembre 2015 a FiloDiretto, la newsletter quotidiana dei titolari di farmacia: "L’idea è quella di sostituire progressivamente la dizione farmacia rurale con farmacia sociale. Dappertutto: nella comunicazione, nei documenti amministrativi, anche sulle insegne delle farmacie. Il nostro obiettivo è quello di usare questo marchio per dare visibilità e peso ai nostri valori fondanti”, aveva detto Orlandi a FiloDiretto). Smentito anche, dal presidente Sunifar, che l'iniziativa avesse lo scopo di "escludere gli altri", ma piuttosto di "sensibilizzare sul ruolo e le difficoltà delle farmacie rurali".
 
Ma le spiegazioni di Orlandi non hanno rassicurato il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi. “Non dubitiamo della buona fede del dottor Orlandi quando leggiamo che l’obiettivo della registrazione del marchio non era quello di ‘escludere altri, ma sensibilizzare sul ruolo e le difficoltà delle farmacie rurali’. Ma è certo che una volta privatizzata una dizione, i rapporti di forza all’interno di un dibattito sarebbero così squilibrati che quello stesso dibattito potrebbe cessare al volere di una sola sua parte. Continuo a credere che ci fossero ben altri modi per raggiungere l'obiettivo e la stessa Assofarm, che il ruolo imprescindibile e insostituibile delle farmacie delle località più piccole e disagiate lo ha evidenziato e difeso in ogni occasione, sarebbe stata felicissima di partecipare e portare un contributo diretto per ‘sensibilizzare sul ruolo e le difficoltà delle farmacie rurali’”.

Assofarm rivendica quindi di essere stata la prima a introdurre in Italia il concetto di farmacia sociale. E "non ci siamo mai sentiti in diritto di fare nostro e solo nostro il nome di Farmacia Sociale", prosegue Gizzi nella sua replica spiegando che per questo "oggi fatichiamo a digerire il dovere di non poterne più fare uso". Il presidente di Assofarm ribadisce la volontà di "mantenere in vita ogni disponibilità al confronto" con Sunifar, ma avverte: "Siamo anche pronti ad intraprendere ogni iniziativa per tutelare una visione più open-source di questo bellissimo nome che è Farmacia Sociale. Ogni azione tesa a privarci della possibilità di continuare ad usare il nostro marchio storico di Farmacie sociali sarà da noi perseguita nelle sedi opportune”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA