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Mercoledì 24 FEBBRAIO 2016
Campania. Borrelli (Campania libera, Psi e Davvero Verdi): “Ostacoli alla rivoluzione sanità”

Per il consigliere “le resistenze di sindacati e privilegiati erano prevedibili”, ma “il commissario ad acta per la sanità deve andare avanti, spedito, nella direzione decisa: quella dell'eliminazione degli sprechi per recuperare i fondi necessari a dare ai campani una sanità pubblica degna di un paese civile".

"E' chiaro che la rivoluzione che vogliamo portare avanti nella sanità campana, con il taglio degli sprechi, a cominciare dagli stipendi che si pagano per primari e dirigenti che non servono, troverà molti ostacoli in chi ormai è abituato ad avere a che fare con una sanità in cui, al centro, non c'e' l'ammalato, il cittadino, ma le esigenze clientelari". Lo scrive su Facebook il presidente del gruppo consiliare Campania libera, Psi e Davvero Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Sanità, per il quale "le resistenze dei sindacati erano da mettere in conto per chi vuole rivoluzionare la sanità".

Per Borrelli “gli esempi degli sprechi sono tanti, come quello che ho evidenziato nel corso del sopralluogo che ho fatto agli Incurabili dove c'è un reparto di maternità funzionante, ma chiuso per un piccolo problema a un muro, e, di fronte, al primo policlinico, c'è un altro reparto, sempre di maternità, anch'esso funzionante, ma chiuso perché non è mai stato aperto”.

Borrelli ha annunciato che “nei prossimi giorni continueranno le ispezioni e i sopralluoghi negli ospedali campani". "E, intanto, mentre si gettano via soldi per pagare stipendi inutili e costruire reparti inutilizzati, la gente è costretta ad aspettare mesi, se non anni, per una visita specialistica o un esame che potrebbe salvargli la vita" ha concluso Borrelli per il quale "non si può aspettare ancora altro tempo e il commissario ad acta per la sanità deve andare avanti, spedito, nella direzione decisa: quella dell'eliminazione degli sprechi per recuperare i fondi necessari a dare ai campani una sanità pubblica degna di un paese civile".

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