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Giovedì 25 FEBBRAIO 2016
Blocco contratti. Infermieri Nursind ricorrono alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per ottenere risarcimento

L'iniziativa del sindacato della professione infermieristica è promossa all'interno della nuova Confederazione Generale Sindacale, nata dalla confluenza all’interno di un progetto comune di quattro Federazioni. Obiettivo dei ricorrenti è ottenere la condanna del Governo a risarcime i lavoratori per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015.

Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, promuove un ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego. E lo fa in qualità di componente della nuova Confederazione Generale Sindacale, nata dalla confluenza all’interno di un progetto comune di quattro Federazioni: FGU (Federazione Gilda-Unams) nella Scuola, FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche) nei Ministeri, nelle Agenzie fiscali e nella Presidenza del Consiglio, appunto Nursind (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) nella Sanità e Unione Artisti UNAMS negli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.

Obiettivo dell’iniziativa, spiega una nota, è ottenere la condanna del Governo a risarcire i ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e la mancata riapertura dei tavoli contrattuali con adeguate risorse proprio a partire dal mese di luglio 2015 come previsto dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale.

“Ricordiamo che la Legge di stabilità 2016 stanzia la cifra irrisoria di 5 euro lordi mensili! Un indennizzo monetario che si stima essere superiore ai 5.000 euro per i dipendenti del comparto e ben più alto per l’area dirigenziale. Un ricorso che prevediamo possa avere il suo esito entro due anni e che è direttamente esecutivo chiamando in causa direttamente il governo a risarcire quei lavoratori faranno ricorso attraverso questa iniziativa”.
Nei prossimi giorni verrà messo a disposizione tutto il materiale necessario per procedere singolarmente al ricorso e saranno spiegate le modalità di adesione che sarà aperta a tutti i lavoratori del pubblico impiego.

La macchina organizzativa si è già messa in moto in quanto i ricorsi dovranno essere depositati presso la Corte dei Diritti dell’Uomo entro i limite massimo di sei mesi. In un apposito sito saranno inoltre disponibili tutte le informazioni e la documentazione necessaria. “Sull’esito positivo della vertenza – conclude la nota - siamo particolarmente fiduciosi anche perché confortati da un pool di avvocati particolarmente esperti in questo ambito”.
 

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