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Sabato 27 FEBBRAIO 2016
Dove va la Fnomceo? Le proposte della “minoranza”. Intervista a Toti Amato, Presidente Ordine dei Medici di Palermo

Amato era lo sfidante di Roberta Chersevani alle ultime elezioni della Federazione. Oggi, insieme al presidente di Parma Muzzetto, guida lo schieramento di opposizione all’interno della Fnomceo: “In realtà il nostro raggruppamento non è di contrapposizione e non lo è mai stato. Preferisco vederlo e definirlo come un gruppo d’opinione e di pressione”. Ecco i loro programmi alla vigilia del Consiglio nazionale del 5 marzo

A quasi un anno dalle ultime elezioni per il rinnovo dei vertici della Fnomceo, cosa pensa dell’attuale politica della Federazione colui che allora fu lo sfidante di Roberta Chersevani, il presidente di Palermo Toti Amato? Lo abbiamo intervistato alla vigilia del prossimo Consiglio nazionale della Fnomceo, sollecitato proprio dalla componente di minoranza guidata in tandem da Amato e Piero Muzzetto, presidente di Parma.
 
Una componente che, seppur minoritaria in termini di voti assoluti degli iscritti, ha potuto comunque contare, come ci ha spiegato lo stesso Amato, su oltre 50 presidenti di Ordine che si sono riconosciuti nelle proposte e nelle strategie dei presidenti di Palermo e Parma.
 
I temi sul tappeto sono sostanzialmente tre: riforma degli Ordini (ddl Lorenzin in discussione al Senato), ddl sulla responsabilità professionale (anch’esso al Senato dopo il sì della Camera) e DM appropriatezza, sul quale proprio pochi giorni fa la Fnomceo ha ottenuto un sostanziale stop alla sua applicazione in attesa di una sua revisione da concordare a un tavolo dove siederanno Governo, Regioni, Fnomceo e Società scientifiche. Temi su cui l’insieme di Ordini che si riconoscono in Amato e Muzzetto ha richiamato il Comitato centrale a  convocare il Consiglio nazionale del 5 marzo, che, ci ha detto Amato, “diventa un momento importante per esprimere il proprio parere, prima cioè che le commissioni licenzino le varie proposte di Legge senza che sia espresso l’orientamento federativo in modo coerente, collegiale e inequivocabile”.
 
Su questi tre temi le posizioni di Amato, Muzzetto & C. fino a che punto si distinguono da quelle dell’attuale Comitato centrale guidato da Chersevani? E quali le strategie future? Opposizione o nuova ricerca di convergenza su obiettivi comuni?
 
Dottor Amato è passato quasi un anno dalle ultime elezioni Fnomceo. La sua lista è assente dal Comitato centrale ma con lei sono schierati almeno una cinquantina di Ordini, ovvero la metà. Farete pesare questo consenso e in che termini?
In realtà il nostro raggruppamento non è di contrapposizione e non lo è mai stato. Preferisco vederlo e definirlo comeun gruppo d’opinione e di pressione, che è, come si dice, sul pezzo. Certamente non si tratta di una contro-federazione né di politica diminutiva della Federazione nazionale: per carità. Rispetto troppo i miei, o meglio, i nostri compagni di viaggio, per pensare una simile cosa. I vari presidenti, che volontariamente si ritrovano e affrontano i problemi contingenti della professione, sono persone responsabili, attente e propositive. Per cui la nostra funzione è assolutamente costruttiva e ogni atto da noi proposto o sviluppato è di supporto alla vita della Professione medica. E proprio per questo non intendono che si sottovaluti quanto dicono.
 
E fino ad oggi ci state riuscendo?
La Federazione medica, per sua stessa natura, nasce come un insieme dialettico delle autonomie presenti al suo interno, che noi rispettiamo. Il principio unificante è la collaborazione su obiettivi comuni, visto che a ben vedere, sono più le cose che accomunano che quelle che dividono. Per prima cosa ritengo quindi importante sottolineare che per noi è essenziale la volontà d’agire in sinergia per la professione e per la tutela dei principi della salute di ogni cittadino. Coniugando, cioè, coscienza con scienza su basi di etica e deontologia che si sottintende ogni atto del medico. Chiedendo e operando nel rispetto e per il rispetto del medico che rappresentiamo. E' quindi indiscutibile che in questa posizione, ampiamente condivisa al nostro interno,  noi agiamo certamente per essere ascoltati: sarebbe un lavoro inutile di riflessione e di rappresentanza quello che non si traduce in un dialogo reciproco.
 
E questo dialogo esiste o in realtà, nei fatti, ognuno va per la sua strada?
Ci si augura che si vada tutti sulla stessa strada. Proprio al fine di creare un’intesa senza muri reciproci, si è cercato dall’atto delle elezioni federative di non tradire l’impegno preso che ci vede agire sinergicamente sugli obiettivi, in un sistema d’inclusione piuttosto che di esclusione. A fronte di una chiarezza d’intenti, e di un comportamento alla luce del sole, si riterrebbe fuori luogo che nascessero situazioni conflittuali laddove si sta agendo invece per eliminarle. È nostra cura dunque agire perché non si creino  fratture  e ancora ricercare comunione d’intenti anche se ci sono messaggi contrastanti.  Ma bisogna anche dire che a un atteggiamento consapevole deve rispondere lo stesso atteggiamento altrettanto consapevole da parte dell’attuale dirigenza nazionale che ha la responsabilità di dimostrare pari e dovuta considerazione, anche per il tenore dei contributi da noi sempre offerti. Inoltre, non va trascurato nemmeno l’insieme dei nostri compagni di viaggio, ossia di coloro che contribuiscono nel concreto a aiutare proprio la Federazione nei momenti decisionali, con tutte le competenze necessarie.  E anche per questo sarebbe fuori luogo non ottenere la giusta considerazione.
 
Quindi nessuna contrapposizione?
Assolutamente nessuna contrapposizione. Non vi è volontà di farlo per il bene della stessa federazione; ma, tant’è, certe azioni possono essere di reazione ad altre, e altrui, azioni.  Piuttosto, il nostro può essere definito come un insieme di Ordini che hanno a cuore la professione medica e che lavorano con spirito di servizio. Prova ne è il fatto tangibile che ci si trova di fronte a un insieme di collaborazioni fra vari Ordini italiani, che discutono sui problemi, finalizzando ogni azione all'obiettivo di trovare risoluzioni sempre collegiali, perciò condivise, alla cui base ci sono momenti di confronto e di consultazione con contributi plurimi. Quello che denota questo insieme molto numeroso di Ordini - o gruppo come lo definisce qualcuno  - è piuttosto la discussione e la ricerca dei punti di vicinanza.
 
Quali i problemi principali da affrontare?
I problemi sul piatto, come anche il vostro giornale ha ben evidenziato, sono evidenti e molto delicati, su cui c’è una contrapposizione evidente fra mondo politico e professione medica, e questo ci preoccupa.  E noi evitiamo che si crei anche al nostro interno. Ma ciò non vuol dire essere passivi o assecondare atteggiamenti ostruzionistici. Anche perché molte sollecitazioni fatte a vari livelli al mondo federativo e non solo politico non hanno avuto l’ascolto voluto e anche perché incidono su molti argomenti aspetti di “politica stretta”. Oggi siamo chiamati a valutare con molta attenzione, come enti statali, la proposta di Legge sul riordino degli Ordini, sulla responsabilità medica e su quel vulnus dell’appropriatezza prescrittiva. Un vero boomerang che sta creando problemi su problemi all’interno della comunità dei medici. E su questi argomenti ci sono posizioni ben definite anche discordanti che saranno discusse in seno al Consiglio nazionale della Fnomceo con un’unica volontà, di trovare intesa .
 
Ovvero?
Ci sono aspetti di merito e di metodo. Non ci ha impressionato certo l’atteggiamento di certi politici  vicini che seguono in Parlamento i vari disegni di Legge con evidente insensibilità ai problemi portati alla loro conoscenza, quasi che ci sia una volontà superiore che porta a trascurare le indicazioni dei medici. Una tale insensibilità ai problemi reali del mondo medico di certo non ci soddisfa. Allo stesso tempo certi atteggiamenti non lasciano indifferenti e non lasceranno indifferenti, proprio sul piano delle responsabilità. E al nostro interno, come riportato anche su questo giornale, sono state espresse molte perplessità e identificati i punti deboli del sistema e degli interventi, o dei non interventi, non solo di tutela, del medico. Vi è sempre l’equivoco di fondo sulla funzione del medico e non si vuole fare chiarezza su aspetti fondamentali su cui noi non possiamo certo soprassedere. Ma soprattutto c’è il problema del futuro della professione  con un occhio attento ai giovani e al loro futuro nella professione, della subalternità nei momenti della prescrizione e della cura “per decreto” che è di per sé il fallimento della salute pubblica, con sensazione che la pezza sia peggio del buco che si vuole riparare. Cose che hanno portato a richiedere, insieme al Presidente Muzzetto  e ai presidenti di Roma, Bologna Savona, massa Carrara, Lucca, Siena, Salerno, solo per citarne alcuni,  di rispettare l’impegno della presidenza nazionale a convocare il consiglio nazionale del 5 p.v. per poter essere nei tempi per far giungere alle commissioni di Camera e Senato le posizioni degli Ordini che troppo spesso dimenticano essere Enti dello Stato, competenti e da ascoltare.
 
Ma cosa si propone e quali effetti ritiene che debbano sperarsi?
La prima cosa è che non si può non dire ciò che si ritiene giusto. Allo stesso modo non si può non dare un contributo, che nel nostro caso non è dei singoli, ma di molti e qualificati presidenti d’Ordine con competenze indiscusse e con quel buon senso spesso invocato anche in federazione e nel mondo politico, forti della volontà collaborativa e della stessa volontà di ascolto e di essere ascoltati. E lo si fa con molta fermezza e senza alcun arretramento dalle posizioni. In tutto questo, detto e vissuto con molta serenità. Che è quella che non ci manca, come non ci abbandona la consapevolezza che sia necessario prescindere da qualsiasi pregiudizio che potrebbe portare a confusione e a nessun risultato in tutti i sensi. Propositivi ma fermi sui principi inderogabili, lasciando ogni responsabilità a chi, invece, trascura e non è attenta ai messaggi inviati o è portato a sottovalutarli o a perdere tempo.
 
Antonella Del Gesso

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