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Mercoledì 02 MARZO 2016
L’importanza dell’acido folico ancora troppo sottovalutata. Nel Lazio solo il 19% delle donne lo assume in modo appropriato

Ogni anno in Italia nascono circa 450 bambini con difetti del tubo neurale (anencefalia, spina bifida, encefalocele). Assumendo acido folico prima del concepimento e fino alla fine del 3° mese di gravidanza, questo numero sarebbe dimezzato. L’esperienza del progetto Iss-Regione Lazio

In occasione del World Birth Defects Day che si celebra domani 3 marzo in tutto il mondo conviene ricordarlo: ogni anno in Italia nascono circa 450 bambini con difetti del tubo neurale (anencefalia, spina bifida, encefalocele). Assumendo acido folico prima del concepimento e fino alla fine del 3° mese di gravidanza, questo numero sarebbe dimezzato.
 
E' un messaggio che deve passare in maniera chiara: medico di medicina generale, ginecologo, ostetrica, farmacista, ciascuno dovrebbe fare la propria parte, parlando non solo alle donne ma anche ai loro compagni. La donna deve cominciare ad assumere acido folico nel momento in cui comincia a pensare a una gravidanza e continuare ad assumerlo per tutto il tempo necessario prima di rimanere incinta e fino alla fine del 3° mese di gravidanza.
 
Se l'acido folico viene assunto a gravidanza iniziata non ha più alcuna efficacia.La dose quotidiana necessaria di acido folico è pari a 0,4 mg. In Italia l'acido folico a questo dosaggio è inserito nell'elenco di farmaci a rimborsabilità totale (classe A).
 
L’impegno per contrastare i difetti congeniti è condiviso da molte organizzazioni a livello internazionale. La International Clearinghouse for Birth Defects Surveillance and Research (ICBDSR) è un'organizzazione non profit affiliata al WHO che collega programmi di sorveglianza e ricerca da tutto il mondo, per investigare e prevenire i difetti congeniti e diminuire l'impatto delle loro conseguenze (il sito della ICBDSR: http://www.icbdsr.org/). Anche i Centers for Disease Control and Prevention statunitensi stanno dedicando particolare attenzione a questo grande problema di salute pubblica e hanno avviato il programma Birth Defects COUNT (Countries and Organizations United for Neural Tube Defects Prevention).
 
Tra il 2013-2014 l’Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Laziohanno disegnato e realizzato un progetto volto a rilevare l’appropriatezza delle prescrizioni e dell’assunzione dei farmaci durante la gravidanza. La ricerca si è articolata in due fasi: uno studio retrospettivo di popolazione generale arruolata da Sistemi Informativi Sanitari e un’indagine campionaria di conoscenza attitudine e pratica rivolta a campioni rappresentativi di donne che partoriscono. Lo studio di popolazione ha riguardato tutte le donne di età 18-45 anni, residenti nel Lazio al momento del parto avvenuto nelle strutture ospedaliere della regione tra gennaio 2008 e dicembre 2012, per un totale di 189.923 donne. L'indagine di conoscenza attitudine e pratica ha coinvolto invece 562 donne.
 
Uno speciale focus è stato dedicato all’acido folico. Nonostante la gran parte delle gravidanze sia programmata, solo il 19% delle donne assume acido folico in maniera appropriata, cioè da quando la coppia comincia a pensare di avere un figlio, per tutto il tempo necessario prima di rimanere incinta e fino alla fine del 3° mese di gravidanza. Dati allarmanti che hanno suggerito la realizzazione di una pagina web informativa non soltanto rivolta ai professionisti sanitari, ma anche alla popolazione generale.
 
Si tratta di una risorsa quasi interamente basata su video, slide e infografiche. Ursula Kirchmayer (Dipartimento di Epidemiologia del Lazio) descrive la metodologia e risultati della ricerca. Serena Donati (Istituto Superiore di Sanità) spiega l’importanza del parlare di acido folico alle donne. Ancora: i punti di vista del medico specialista, del medico di medicina generale e dell’ostetrica. Infine: 10 donne raccontano la propria esperienza in occasione delle proprie gravidanze.
 
L’acido folico è una vitamina che appartiene al gruppo B presente in una grande varietà di alimenti: dal fegato alle verdure come spinaci, carciofi, lattuga, broccoli, fagioli, e alla frutta come arance o mandarini. La maggior parte dei folati presenti negli alimenti è instabile ma, nonostante questo, la nostra alimentazione copre di solito le richieste quotidiane dell’organismo. In gravidanza il fabbisogno di questa vitamina aumenta. E’ indispensabile, in questo caso, un maggior apporto di acido folico.
 
Il programma di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e del Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio è importante per almeno tre ragioni: perché è un progetto collaborativo messo in atto da istituzioni pubbliche; per aver ottenuto risultati importanti condivisi negli ambienti specialistici; per aver prodotto un set di informazioni rivolte ai cittadini su un problema importante di sanità pubblica, proposte in un format originale, attivamente disseminato anche nei social media.
Benedetta Ferrucci
per il Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio

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