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Martedì 26 APRILE 2011
Rischio cancro alla prostata con troppi Omega 3

Elevati livelli nel sangue di acido docosaesaenoico aumentano di due volte e mezzo il rischio di sviluppare un tumore alla prostata di alto grado. I grassi trans, al contrario, dimezzano il rischio.

Saranno anche ottimi per il cuore, ma gli Omega 3 potrebbero essere estremamente dannosi per la prostata. Secondo uno studio condotto da ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center e pubblicato sull’American Journal of Epidemiology, farebbero infatti alzare drasticamente il rischio di essere colpiti da un tumore alla ghiandola.La ricerca ha coinvolto 3.400 americani arruolati nel Prostate Cancer Prevention Trial, una sperimentazione clinica che sta valutando l’efficacia di finasteride nella prevenzione del tumore.
Dall’analisi dei dati è emerso che gli uomini con i più alti livelli di acido docosaesaenoico (DHA), uno degli acidi grassi appartenenti alla categoria degli omega 3, presentavano un rischio di cancro alla prostata di alto grado 2 volte e mezzo più elevato rispetto alle persone con i livelli più bassi. Al contrario, gli acidi grassi trans, presenti in alimenti altamente processati e che innalzano il rischio di malattie cardiovascolari, hanno evidenziato la capacità di dimezzare il rischio di cancro alla prostata. Ininfluenti gli acidi grassi omega 6.“Siamo stati stupiti da questi risultati e abbiamo passato molto tempo per verificare che fossero corretti”, ha commentato il primo firmatario dello studio, Theodore M. Brasky.
Lo studio è stato realizzato per confermare la correlazione tra sostanze in grado di attenuare l’infiammazione - gli omega 3 appunto - e il rischio di tumore. “Volevamo testare l’ipotesi che la concentrazione di questi grassi nel sangue potesse essere associata a una variazione del rischio”, ha spiegato Brasky. “Nello specifico, pensavamo che gli omega 3 abbassassero il rischio e gli omega 6 e gli acidi trans lo innalzassero”.E invece, il team ha rivelato tutto il contrario.
“La nostra scoperta rovescia ciò che sapevamo - o che credevamo di sapere - a proposito della correlazione tra dieta, infiammazione e lo sviluppo del cancro alla prostata e chiarisce quanto sia complesso studiare l’associazione tra alimentazione e il rischio di diverse malattie croniche”.Il meccanismo che spieghi questi risultati resta ignoto. “Oltre al controllo dell’infiammazione, gli omega 3 hanno effetti su altri processi biologici. È possibile che questi meccanismi giochino un ruolo più forte nello sviluppo di alcuni tumori della prostata”, ha ipotizzato il ricercatore. “Si tratta sicuramente di un’area che necessita di ulteriori approfondimenti”
Lo studio, tuttavia, solleva una questione. È ancora il caso di considerare gli omega 3 benefici per la salute alla luce di questa nuova scoperta o piuttosto i risultati alterano irreversibilmente il loro profilo rischi-benefici?“Complessivamente, gli effetti benefici del consumo di pesce [e degli omega 3 in esso contenuto] nel prevenire le malattie cardiovascolari superano i rischi connessi al tumore alla prostata”, ha rassicurato Brasky. “Ciò che però lo studio mostra è la complessità del rapporto tra alimentazione e rischio di malattia. Per questo è necessario studiarlo con rigore piuttosto che fare supposizioni”.

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