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Martedì 22 MARZO 2016
Ex specializzandi. Consegnati a Torino 9 milioni di euro ai medici risarciti

Nuova consegna di assegni in favore di centinaia di camici bianchi tutelati da Consulcesi. La politica si mobilita per evitare esborso miliardario: mozione di 21 senatori e Ddl unificato. Conferenza stampa unificata di Uemo, Cisl Medici Torino e Silvio Viale (consigliere comunale di Torino, commissione sanità): "per i medici il riconoscimento di un diritto"

Avanti a senso unico l’enorme contenzioso tra lo Stato ed i medici specialisti. Dai tribunali continuano, infatti, ad arrivare sentenze che confermano il diritto al rimborso per migliaia di camici bianchi che tra il 1978 ed il 2006 hanno frequentato la scuola di specializzazione in Medicina senza il corretto trattamento economico, previsto da precise direttive europee. Proprio oggi a Torino a molti di quei camici bianchi viene restituita una cifra enorme: 9 milioni di euro.
 
In conferenza stampa, oltre ai numerosi medici rimborsati, sono intervenuti personalità delle istituzioni e rappresentanti della categoria: Aldo Lupo (Presidente Uemo), Alberto Fabris (Cisl Medici Torino) e Silvio Viale (consigliere comunale di Torino, commissione sanità): "per i medici - hanno dichiarato - il riconoscimento di un diritto e un impegno per affrontare insieme alle istituzioni tutte le problematiche della categoria".
 
A ricevere, oggi, gli assegni sono stati i professionisti che si erano visti negare quel diritto ed hanno fatto ricorso tramite Consulcesi Group, punto di riferimento per la classe medica italiana ed europea nell’ambito della tutela legale. Sono anni che il team legale di Consulcesi ottiene vittorie per gli ex specializzandi, in favore dei quali ha già fatto riconoscere oltre 400 milioni di euro. I 9 milioni consegnati a Torino sono frutto dell’ennesima vittoria conquistata in sede giudiziaria dagli avvocati del gruppo in favore dei camici bianchi tutelati. Sono queste le somme che la Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata condannata a pagare, attraverso diverse sentenze, a centinaia di medici torinesi e delle altre province del Piemonte. Insieme ai colleghi di altre regioni d’Italia (nel caso specifico Lombardia e Liguria) ricevono assegni – completamente esentasse – attraverso cui si riappropriano delle somme negate durante la specializzazione: chi l’ha frequentata tra il 1978 ed il 1993 ha lavorato gratis mentre tra il 1994 ed il 2006  si è visto corrispondere una borsa incompleta.
 
"La giurisprudenza è ormai consolidata – afferma Sara Saurini, Responsabile Contenzioso di Consulcesi Group – come è evidente dalle decisioni dei tribunali di tutta Italia. Di recente la Corte d’Appello di Roma ha condannato il governo a pagare oltre 24 milioni a 667 medici di tutta Italia, facendo così lievitare ulteriormente la somma che lo Stato già deve ai medici: superiore ai 400 milioni di euro per quanto riguarda solo le nostre azioni legali con il rischio di un esborso complessivo di svariati miliardi come messo in evidenza attraverso iniziative parlamentari tese a trovare una soluzione al problema: è arrivato il momento che il legislatore si riappropri della materia per troppi anni lasciata in mano ai giudici e colmi il vulnus aperto".
 
Già calendarizzato, a tal proposito, un Ddl unificato che arriva dopo i tre già in Parlamento e segue una recente mozione, firmata in maniera trasversale da 21 senatori che impegna il governo a trovare una soluzione al problema attraverso un accordo transattivo valido solo per chi avrà presentato ricorso prima della trasformazione in legge. La questione è fortemente sentita dalla politica anche in virtù di quanto affermato dal premier Matteo Renzi, che rispondendo ad un Question Time alla Camera, ha ammesso che al momento i rimborsi ai medici rappresentano la prima voce di spesa di Palazzo Chigi.
 
"Ora più che mai lo Stato si trova davanti ad un bivio – afferma Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Group – continuare a pagare le sue inadempienze mentre le sentenze proseguono implacabili oppure giungere ad una transazione e risparmiare così diversi miliardi di soldi pubblici. La politica ha preso ormai atto del problema e c’è un forte interesse a chiudere la vicenda: per questo è opportuno avanzare ricorso, evitando così di rimanere fuori dai rimborsi. Proprio per questo iniziano le ultime azioni collettive. La prossima partirà il 22 aprile con numerosi OMCeO, Enti, Associazioni, Sindacati e Società Scientifiche che hanno convenzionato tutti i loro iscritti".
 
Lorenzo Proia

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