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Venerdì 01 APRILE 2016
Incidenti domestici. In cucina il 38%. Istat: 700mila persone colpite in tre mesi. In 2 casi su 3 necessaria assistenza medica 

Quasi l'11,3% della popolazione ha dichiarato di essere rimasta coinvolta in un incidente domestico nei tre mesi precedenti l'intervista. Il 43% degli infortunati si è recato a un Pronto soccorso e nel 7,9% dei casi, l'incidente ha reso necessario un ricovero ospedaliero, il 17% è andato in un ambulatorio medico. Donne, anziani e bambini le categorie più a rischio. Cadute e ustioni con ferite gli incidenti più comuni. Il 38% avviene in cucina. IL FOCUS ISTAT

Indagine Istat per l'anno 2014 sugli incidenti domestici. Quasi 700mila persone, l'11,3% della popolazione, hanno dichiarato di essere rimasti coinvolti in un incidente domestico nei tre mesi precedenti l'intervista. Nel complesso, si sono verificati 783mila incidenti, con una media di 1,1 incidenti per persona colpita.

Un terzo delle persone è ricorso al ‘fai da te’ per fronteggiare l’incidente, mentre gli altri sono dovuti ricorrere all’assistenza medica. Il 43,3% degli infortunati si è recato a un Pronto soccorso e, nel 7,9% dei casi, l’incidente ha reso necessario un ricovero ospedaliero; un’ulteriore quota di infortunati si è sottoposta a visita medica in un ambulatorio (17,1%) o presso il proprio domicilio (3,6%).

Gli uomini fanno più spesso ricorso all’assistenza medica rispetto alle donne: il 53,5% si reca in pronto soccorso e il 17,4% si sottopone a visita ambulatoriale, mentre le percentuali per le donne calano rispettivamente a 38,8,% e 16,9%. Al contrario, per le donne è più frequente l’autocura e il ricorso all’aiuto dei familiari (42% delle donne contro 37,3% degli uomini).

Nella metà dei casi (51,5%) l’infortunio ha comportato una limitazione delle normali attività quotidiane che si è protratta in media per 22,4 giorni e, in un caso su 5, ha costretto ad un periodo di convalescenza a letto, durato in media 16,1 giorni.

Donne, anziani e bambini sono le categorie maggiormente a rischio: hanno subito un incidente negli ultimi tre mesi 15 donne ogni mille (contro 7 ogni mille uomini), 27 ultrasettantaquattrenni e 9 bambini fino a 5 anni ogni mille. Tra le donne, le casalinghe sono una categoria particolarmente a rischio, ogni trimestre 149mila sono coinvolte in un incidente domestico.

Più di una persona su due (54,8%) è vittima di una caduta, il 20,2% si è invece ferito mentre sono di poco superiori al 13% i casi di urto o schiacciamento e di ustione; residuali gli incidenti causati da altro tipo di dinamica.

Le cadute e le ustioni riguardano soprattutto le donne: 58,9% rispetto a 45,4% degli uomini per le cadute e 16,3% contro 6,4% per le ustioni. Il contrario accade nei casi di incidenti domestici che provocano ferite: 27,6% per gli uomini contro 16,9% per le donne.

Nel 76,9% dei casi le cadute vedono coinvolte persone over64 (81% se donne ultra settantacinquenni). I casi di urto o schiacciamento sono più frequenti tra i bambini e i ragazzi tra i 6 e i 17 anni (25,3% tra 6 e 13 anni e 35,1% tra 14 e 17 anni), mentre le vittime di ustione sono più spesso donne delle classi di età centrali (21,2%).

Con il 38% degli incidenti, è la cucina l’ambiente più pericoloso della casa, dove del resto è  elevata la concentrazione di elettrodomestici, utensili e prodotti che per forma, materiale o modalità di utilizzo rappresentano un fattore di rischio; seguono il bagno (11,7%) e la camera da letto (10%), mentre sono residuali le quote di incidenti accaduti in altri ambienti dell’abitazione.

Le ferite sono le conseguenze più frequenti degli incidenti domestici: riguardano, infatti, il 38% degli eventi e sono la lesione più diffusa per uomini (50,2%) e donne (32,7%), sia giovani che meno giovani. Di poco più bassa (30,8%) è la percentuale di altre lesioni che rimandano a traumi più  superficiali (contusioni,  escoriazioni,  lividi  ecc.),  ma  non  sono  rari  i casi in  cui  l’incidente domestico ha avuto conseguenze più gravi, come il 25% di soggetti che hanno riportato una frattura o il 13,2% di vittime di ustione.

 
Lorenzo Proia

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