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Venerdì 08 APRILE 2016
Sardegna. Riforma sanità, Arru in VI commissione: “Occorre rimuovere le criticità”

Saranno eliminate 64 strutture complesse e riequilibrati i posti letto acuti e post acuti. L'obiettivo è realizzare "un'assistenza uniforme di alta efficienza assicurata da team professionali in grado di spostarsi sui territori e lavorare in situazioni cliniche e operatorie a qualità costante”.

Ha preso il via ieri, con la presentazione da parte dell’assessore della Sanità Luigi Arru in VI commissione (Sanità-Politiche sociali), il percorso in Consiglio regionale della proposta di riorganizzazione delle rete ospedaliera formulata dalla Giunta.

La Sardegna, ha dichiarato Arru, “è dal punto di vista sanitario una Regione autosufficiente per il 95% della domanda di servizi ed assistenza, con una mobilità extra – regionale molto bassa e concentrata su alcune specializzazioni riguardanti l’oncologia e la pediatria”. E’però “una Regione con un territorio molto vasto ed una densità di popolazione scarsa, fatta eccezione per le due grandi aree urbane del Nord e del Sud, con una rete di collegamenti interni insufficiente ed incompleta”, ricorda anche il Consiglio in una nota che fa il punto sulla seduta della commissione. “I posti letto complessivi – ha proseguito Arru - sono 5901 ripartiti fra 11 aziende e 39 strutture (pari al 3.55% ogni 1000 abitanti rispetto ad una media nazionale del 3.7) ma la caratteristica peculiare della Sardegna è lo squilibrio molto significativo fra quelli destinati ai pazienti acuti e quelli assegnati ai post – acuti, dato che fa emergere la tendenza accentratrice dell’ospedale; infatti, con 165 ricoveri ogni 1000 abitanti la nostra Regione registra una percentuale superiore di 5 punti al dato nazionale, tendenza rafforzata dagli accessi ai reparti di Pronto Soccorso che per il 70% sono codici bianchi e verdi”.

L’ospedale, in altri termini, secondo l’assessore, “assorbe in modo inappropriato una quota elevatissima di domanda di salute” che, a giudizio dell’assessore, occorre correggere con una inversione di tendenza in grado di spostare l’attuale equilibrio verso le cure dedicate ai pazienti post – acuti, “con una assistenza uniforme di alta efficienza assicurata da team professionali in grado di spostarsi sui territori e lavorare in situazioni cliniche e operatorie a qualità costante”.

Per raggiungere questi obiettivi, ha aggiunto Arru, “occorre rimuovere alcune criticità come la presenza di doppi e tripli servizi (dovranno essere eliminate ben 64 strutture complesse), le dimissioni post – ospedaliere senza una precisa indicazione di come e dove proseguire le terapie (le cosiddette cure intermedie) ed i tempi eccessivamente lunghi per i trattamenti di radio – terapia, che invece devono essere tempestivi e rispetto alle attuali 3 strutture hanno bisogno di una agenda di prenotazioni unificata”.

I dati della nostra analisi, ha detto ancora Arru, “non sono parametri astratti ma elementi con i quali si può assicurare il miglior esito per il paziente, cosa che in Sardegna non sempre avviene, ad esempio nei casi di carcinoma alla mammella e dell’infarto del miocardio che richiede un intervento al massimo entro 90 minuti, che solo 10 delle nostre strutture possono garantire”.

Arru si è poi soffermato sulla complessa questione dei punti – nascita, dopo aver ricordato i dati demografici negativi della Sardegna su natalità ed età media delle donne, molto distanti dalla media nazionale. A fronte dei 1000 parti l’anno, ha spiegato, “soglia di sicurezza indicata dalla normativa nazionale secondo i parametri dell’organizzazione mondiale della Sanità, in Sardegna abbiamo una deroga significativa fissata a 500 parti (con le strutture di Alghero ed Ozieri abbastanza vicine a questo dato) ed altre con circa 200 difficilmente sostenibili”.

In definitiva, ha concluso, “la nuova rete ospedaliera dovrà essere articolata su 3 macro – aree: concentrazione di tutti i servizi nelle strutture complesse per il trattamento degli acuti, attivazione delle case della salute per i servizi destinati ai post - acuti, revisione della distribuzione delle Residenze sanitarie assistite”.

Al termine della relazione dell’assessore la commissione ha aggiornato i suoi lavori, per poter predisporre un calendario di audizioni compatibilmente con i lavori del Consiglio.

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