quotidianosanità.it

stampa | chiudi


10 APRILE 2016
Formazione specialistica. Chi vuole “buttarla in caciara”?



Gentile Direttore,
ho ritenuto di intervenire sulla questione della formazione specialistica dei medici, giustamente posta dall'intersindacale, perché ho la sensazione che la confusione stia crescendo e c'è chi, direbbero a Roma, “la butta in caciara”, a partire dal mondo universitario.
 
In particolare la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) nel suo documento dell'8 aprile 2016 in merito alle proposte sindacali riguardanti il disegno di legge delega ex art. 22 del “Patto per la Salute” ha testualmente affermato la propria “contrarietà ad una modifica dell'attuale sistema di formazione medica specialistica”.
 
Questo può essere dovuto al fatto che gran parte del mondo accademico ha identificato la proposta dei sindacati medici in merito alla formazione specialistica solo con il contratto di lavoro a tempo determinato con il SSN nell'ultimo biennio.
 
Ma questo è solo un punto, non condiviso in primis dalla mia organizzazione sindacale la Fp Cgil Medici, insieme alla Cisl Medici e alla Uil Fpl Medici (vedi documento CGIL-CISL-UIL Medici), e da diverse associazioni di giovani medici (dalla Ferderspecializzandi a Coordinamento Mondo Medico, dalla Sigm a Link – Area Medica).
 
Anche il mondo accademico universitario non lo ha condiviso ma poi, “buttandola in caciara”, sembra non voler accettare nessun reale cambiamento, sul quale invece il Miur ha mostrato più di una apertura. E di cambiamenti questo sistema ha certamente bisogno !
 
Ne riassumo, per chiarezza, cinque.
1) Centrale è una migliore formazione sul campo. E questa si realizza, come contenuto nel documento intersindacale unitario, con la istituzione di una rete formativa regionale ed interregionale, costituita sia da strutture universitarie sia da strutture del SSN, che abbiano ottenuto l'accreditamento per la formazione specialistica, sulla base di criteri condivisi con Miur e Ministero della Salute. Questa oggi non c'è. E neanche può rimanere una mera concessione da parte di pochi illuminati cattedratici.
 
2) Il medico si deve poter formare acquisendo sempre maggiori competenze, responsabilità ed autonomia, ma sempre con l'affiancamento di un tutor.
Se è vero che il medico deve quindi formarsi e non lavorare al posto dei medici strutturati negli ospedali, questo deve valere anche nei Policlinici. Mentre oggi vi sono regolamenti di funzionamento delle Scuole di specializzazione, come all'Università degli studi di Pisa, dove si afferma per lo specializzando il “diretto espletamento, in autonomia nell’ambito delle direttive vincolanti ricevute, delle prestazioni assistenziali “ con la garanzie di un tutor “che deve essere presente o reperibile in pronta disponibilità”. Nei fatti, quindi, lo specializzando può essere lasciato solo, a rischio suo ed in primo luogo del paziente. Per questo abbiamo chiesto al Miur, che al tavolo si è dimostrato aperto al cambiamento, di prevedere norme cogenti che vietino esplicitamente l'utilizzo degli specializzandi al posto dei medici strutturati, non consentendo di lasciarli soli nei reparti e nei pronto soccorso,. Il Tutor deve essere chiaramente sempre fisicamente presente, almeno nello stesso ospedale!
 
3) C'è bisogno di aumentare il numero delle borse di specializzazione per far fronte alle future ncessità di medici specialisti, anche con un maggior contributo delle Regioni. E va rivisto il farraginoso meccanismo delle graduatorie di accesso alla specializzazione, con centinaia di posti che incredibilmente non vengono assegnati, o si perdono negli anni successivi per i cambiamenti di specialità.
 
4) Va istituita al più presto la cosidetta laurea abilitante, come condiviso anche dal Miur, evitando così di penalizzare migliaia di giovani medici costretti ad aspettare le sessioni  di abilitazione, diversi mesi dopo la laurea, per poter partecipare ai test di ammissione alle scuole di specializzazione.
 
5) Va riformato il corso di formazione in medicina generale, arrivando ad una pari dignità con le scuole di specializzazione, e con una più equa graduatoria nazionale per l'accesso.
 
E' ora di cambiare.
 
Massimo Cozza
Segretario nazionale Fp Cgil Medici

© RIPRODUZIONE RISERVATA