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Martedì 12 APRILE 2016
Medici e aziende farmaceutiche. Testa (Snami): “Temo si scateni la caccia alle streghe”

"Potrebbe scatenarsi un percorso di "caccia alle streghe" di una certa parte pubblica che non sa gestire e governare, nel cercare a tutti i costi di voler dimostrare che a determinate prescrizioni debbano necessariamente corrispondere rapporti con le case farmaceutiche", questa la preoccupazione del presidente nazionale dello Snami in merito all'annunciata pubblicazione sui siti web delle aziende dei loro rapporti economici con i medici.

Lo Snami, per voce del suo presidente, ha voluto commentare l’operazione trasparenza che vedrà da giugno di quest’anno online i nomi dei medici e i relativi importi delle loro consulenze pubblicati sui siti delle aziende. Lo stesso per i dati sulla partecipazione ai convegni e gli emolumenti ricevuti dagli specialisti per consulenze ad eventi, oltre ai nomi di ospedali ed enti pubblici sovvenzionati per progetti di ricerca.

 "Di fatto l’Italia aderisce - afferma Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami - al nuovo Codice di trasparenza voluto dalla Federazione europea industrie ed associazioni farmaceutiche che sarà applicato da giugno nei 33 paesi europei aderenti. Di questo siamo soddisfatti perché i rapporti economici tra medici e aziende deve essere chiaro e non ci devono essere zone d’ombra".

"E’ ovvio che sia importante - prosegue il presidente dello Snami - che a nomi, aziende ed importi siano aggregati delle motivazioni di tali trasferimenti di denaro che serve per lo più per la formazione medica, che è obbligatoria e che lo stato non è in grado di finanziare".

"Temo purtroppo - conclude Angelo Testa - che, secondo un andazzo tutto Italiano, potrebbe scatenarsi un percorso di "caccia alle streghe" di una certa parte pubblica che non sa gestire e governare, nel cercare a tutti i costi di voler dimostrare che a determinate prescrizioni debbano necessariamente corrispondere rapporti con le case farmaceutiche e, viceversa, che qualsiasi collaborazione con l’industria farmaceutica debba necessariamente nascondere qualcosa di losco".
 
Lorenzo Proia

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