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Martedì 12 APRILE 2016
Fondazione Giovanni Paolo II. Confermati investimenti e rilancio attività assistenziale

La programmazione dell'istituto molisano si fonda sugli accordi raggiunti con l’intervento del Ministero della Salute e ne presuppone il rispetto da parte di entrambi i soggetti interessati. Qualora, viceversa, l’assetto concordemente prefigurato venisse unilateralmente modificato, ne risulterebbe pregiudicato l’equilibrio economico raggiunto dalla Fondazione e i piani di sviluppo della sua attività verrebbero messi in discussione.

Il Cda della Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso ha verificato lo stato di attuazione del piano industriale approvato lo scorso 17 dicembre, nel quadro degli accordi intervenuti con la Regione in sede di Ministero della Salute – formalizzati con nota della Direzione Generale per la Salute del 15 ottobre 2015, riscontrata dal Presidente della Fondazione con lettera del 20 ottobre 2015 – regolanti le funzioni ospedaliere assegnate alla Fondazione e i budget relativi per l’anno 2016.

La Fondazione conferma le determinazioni già assunte e ribadisce il proprio impegno a proseguire nel programma di rilancio delle attività assistenziali e degli investimenti, reso possibile anche dalle condizioni di sostanziale equilibrio economico raggiunte grazie alla dedizione del personale e agli importanti sforzi compiuti negli anni recenti dalla Fondazione e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’obiettivo fissato è, infatti, quello di dare continuità, con il contributo scientifico dell’Ateneo, ad una tradizione di servizio ai cittadini che, dal Molise e da altre Regioni, sempre più numerosi si rivolgono all’ospedale, ai quali si vuole continuare a garantire le prestazioni sanitarie di alta specializzazione.

La Fondazione e l’Università Cattolica confermano la volontà di concorrere alla realizzazione di un sistema integrato e coerente. La programmazione si fonda sugli accordi raggiunti con l’intervento del Ministero della Salute e ne presuppone il rispetto da parte di entrambi i soggetti interessati. Qualora, viceversa, l’assetto concordemente prefigurato venisse unilateralmente modificato, ne risulterebbe pregiudicato l’equilibrio economico raggiunto dalla Fondazione e i piani di sviluppo della sua attività verrebbero messi drasticamente in discussione.

I vertici precisano, ancora, che ad oggi non è stata sottoposta né alla Fondazione né all’Ateneo alcuna precisa e concretamente delineata ipotesi di assetti alternativi a quello consacrato, che è l’unico progetto noto alla Fondazione e all’Ateneo, e che la Fondazione si sta impegnando per attuare. L’Ateneo e la Fondazione reputano loro dovere, per rispetto istituzionale, esaminare eventuali ulteriori proposte ad essi rivolte dalle Autorità regionali, a condizione che queste siano formalizzate in modo appropriato, previa accurata verifica della fattibilità tecnica, economica e giuridica; allo stato nulla in tal senso è stato presentato.

L’ipotesi di un mutamento della governance della Fondazione Giovanni Paolo II non è mai stata sottoposta agli organi della Fondazione stessa e dell’Ateneo e appare, per quanto è dato intendere, tecnicamente impraticabile e comunque inaccettabile da parte dell’Ateneo, che ritiene qualsiasi forma di cogestione del Centro Giovanni Paolo II non compatibile con le finalità istituzionali e i riferimenti etici e morali del Centro stesso.
 

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