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Martedì 19 APRILE 2016
Medicina convenzionata. Santacroce (Snami): “Atto indirizzo non è certo figlio nostro. Ma ci impegneremo per risolvere criticità”

Il tesoriere nazionale del sindacato autonomo critica il documento “anche se registriamo che è meno peggiore del precedente e recepisce i suggerimenti del sindacato per limitare i danni”.  Ma in ogni caso precisa: “Abbiamo un’idea totalmente differente di cosa dovrebbero essere le cure territoriali”.

Salvatore Santacroce, tesoriere nazionale Snami e presidente di Snami Pavia e replica a coloro che “hanno imbastito una campagna stampa di disinformazione sulle conseguenze dell’atto di indirizzo licenziato dalle Regioni, per il quale alcuni esprimono soddisfazione”.
 
L’atto di indirizzo è stato firmato dallo Snami?
L’atto di indirizzo non è stato firmato dallo Snami né da alcun altra organizzazione sindacale,  sebbene alcuni abbiano espresso soddisfazione per la sua definizione. Si tratta di una base di partenza, con i desiderata delle Parte Pubblica, per lo sviluppo delle trattative per il rinnovo dell’ Acn.
 
Allo Snami piace?
Assolutamente no! Lo SNAMI ritiene che il rinnovo dell’Acn debba comportare un miglioramento delle condizioni lavorative ed economiche dei medici e non un aumento del lavoro ed una diminuzione dei compensi.
 
L’atto di indirizzo prevede una riduzione dei compensi per i Medici?
La prevedeva quello licenziato nell’aprile 2014.  L’atto di indirizzo del 2014, sul quale alcune OO.SS. ritenevano opportuno accelerare la conclusione delle trattative, prevedeva la scomparsa di tutte le indennità (circa il 30% dei compensi), l’istituzione di un ruolo unico di Medico di Medicina Generale, che avrebbe superato la distinzione fra Medici di Assistenza Primaria e Medici di Continuità assistenziale, senza differenze di funzioni e con una nebulosa definizione delle modalità di compenso. Lo SNAMI rispondeva con una controproposta che prevedeva il mantenimento di tutte le indennità, per i medici che attualmente le percepiscono, la distinzione operativa fra Medici a quota capitaria che dovevano continuare ad operare dalle ore 8,00 alle 20 dal lunedì al venerdì, e quelli a quota oraria che avrebbero operato a completamento degli orari, dalle ore 20,00 in poi e nei festivi e prefestivi. Ritenevamo inoltre indispensabile il mantenimento del rapporto di fiducia Medico - Paziente.
 
Quindi, l’attuale atto di indirizzo rispecchia i desiderata dello Snami?
No, anche se registriamo che è meno peggiore del precedente e recepisce i suggerimenti dello SNAMI per limitare i danni. Abbiamo un’idea totalmente differente di cosa dovrebbero essere le cure territoriali. Purtroppo gli aspetti negativi sono il frutto delle legge “Balduzzi”, tanto esaltata ed auspicata da altri, che impone le modalità di attuazione degli accordi collettivi nazionali.
 
Che cosa farà lo Snami?
Di fronte ad una legge dello Stato lo Snami sta facendo di tutto per renderne l’applicazione meno dannosa possibile per i Medici. Ci impegneremo a fondo, durante le trattative, per risolvere le criticità modificabili nel rispetto della legge, con la finalità di tutelare tutti i Medici, non solo alcune “nicchie” dirigenziali.
 
Quali criticità?
Fra le varie criticità, lo Snami si batterà affinché venga precisato che, instituite le AFT, nella tutela del rapporto di fiducia Medico-Paziente, il Cittadino dovrà rivolgersi prevalentemente al Medico che ha scelto, potendo rivolgersi a qualsiasi altro medico dell’ AFT, solo per prestazioni non procrastinabili, insorte quando lo studio del medico di fiducia sia chiuso. L’informazione fuorviante che sta avendo luogo lascerebbe pensare che il Cittadino, per qualsiasi esigenza, potrebbe rivolgersi a qualsiasi Medico. Questo, oltre che inutile, se la finalità fosse quella di sgravare i Pronto Soccorso, sarebbe inaccettabile in quanto un medico pagato a quota capitaria per 300 assistiti dovrebbe occuparsi, senza alcun limite, degli assistiti dei Colleghi pagati per 1500.
 
 Fonte: Ufficio Stampa Snami

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