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Giovedì 05 MAGGIO 2011
Stati vegetativi: ecco le Linee guida. “Mai più famiglie abbandonate”

Un sistema integrato, che costruisca un percorso di “dimissione protetta” riducendo al minimo, per quanto consentito dalle condizioni cliniche del paziente, la permanenza nei reparti di rianimazione e intensivi e favorisca al più presto il trasferimento negli ambienti più adeguati a fornire ai pazienti un’assistenza più attenta agli aspetti funzionali e riabilitativi e al benessere delle loro famiglie. Questi gli obiettivi delle Linee guida sugli Stati Vegetativi all’ordine del giorno della Conferenza Unificata.

Basta disomogeneità di criteri diagnostici e di procedure diagnostico-terapeutiche. Basta disomogeneità di requisiti strutturali per ogni fase di assistenza. Arrivano le nuove linee di indirizzo sull’assistenza alle persone in stato vegetativo e di minima coscienza.
Il documento, oggi all’ordine del giorno della Conferenza Unificata, prevede la realizzazione di un sistema integrato ospedale-territorio per costruire un percorso di “dimissione protetta” riducendo al minimo, per quanto consentito dalle condizioni cliniche del paziente, la permanenza nei reparti di rianimazione e intensivi e favorisca al più presto il trasferimento negli ambienti più adeguati a fornire ai pazienti un’assistenza più attenta agli aspetti funzionali e riabilitativi e al benessere delle loro famiglie.
Tali percorsi dovranno essere definiti da ciascuna Regione, trasferiti poi nelle carte dei servizi e comunicati con chiarezza alle famiglia, in modo da accompagnarle e supportarle durante tutte le fasi dell’assistenza e presa in carico del paziente.
I percorsi dovranno prevedere il tipo di assistenza erogata e la relativa organizzazione per tutte le fasi cliniche, da quella iperacuta e critica a quella post-acuta fino a quella di stabilità e di possibile rientro a domicilio del paziente. Particolare attenzione dovrà essere posta nelle modalità di passaggio da una fase all’altra e nelle modalità di dimissione protetta in modo da evitare fratture nella continuità assistenziale e condizioni di “abbandono” delle famiglie.
Per i pazienti in condizioni stabili si dovranno prevedere sia soluzioni di assistenza domiciliare integrata che si assistenza residenziale in strutture extraospedaliere per tenere conto della scelta migliore sia per le condizioni del paziente che per quelli della famiglia. La scelta, in ogni caso, potrà cambiare in funzione dei possibili mutamenti di queste condizioni. Le strutture extraospedaliere, inoltre, potranno essere utilizzate anche per ricoveri momentanei, cosiddetti “di sollievo”, per le famiglie impegnate nell’assistenza domiciliare del familiare.
 

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