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Giovedì 05 MAGGIO 2016
Emilia Romagna. Comitato Stop Opg: “Bene chiusura Reggio Emilia, ma in Italia ci sono ancora 80 internati”

Il Commissario, Franco Corleone, invita a monitorare il funzionamento delle Rems. Il Comitato: “Occorre investire decisamente sul potenziamento dei servizi socio sanitari e di salute mentale, per garantire che sia l’inclusione sociale la via maestra per assicurare cura e riabilitazione, e sempre diritti e dignità”.

Dopo la chiusura dell’Opg di Secondigliano, arriva la stessa notizia anche per quella di Reggio Emilia, annunciata dal Commissario Franco Corleone. “Ora vanno chiusi gli Opg di Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa e Montelupo Fiorentino, dove restano meno di 80 persone internate. Ma – osserva il Comitato StopOpg - c’è anche da smascherare l’operazione fatta a Castiglione delle Stiviere dove l’Opg ha solo cambiato targa diventando una mega Rems con oltre duecento internati, come denuncia lo stesso Corleone. A Reggio Emilia è però venuta alla luce la situazione, drammatica e finora sottovalutata, dei detenuti con sopravvenuta malattia mentale, che finora erano trasferiti dal carcere per finire rinchiusi in Opg, e per i quali invece devono essere garantite cure adeguate, che come sappiamo spesso nel carcere, come in Opg e nelle “istituzioni totali”, non si è in grado di assicurare”.

Il Commissario Corleone insiste per accelerare la chiusura degli Opg supersiti e per monitorare il funzionamento delle Rems. “E giustamente – prosegue il Comitato - chiede un provvedimento per fermare gli ingressi nelle stesse di persone con misura di sicurezza provvisoria. Noi gli confermiamo la piena disponibilità a collaborare, e ribadiamo che a nostro avviso il Commissario debba procedere, prioritariamente e con la massima urgenza, per la presa in carico da parte dei servizi dei territori di appartenenza, e non necessariamente per un trasferimento nelle Rems, delle persone ancora internate negli Opg, così da chiuderli in via definitiva”.

Il Comitato sottolinea che Corleone deve agire, nel rispetto del mandato ricevuto, soprattutto per garantire che le misure alternative alla detenzione, quindi anche alle Rems, siano la norma e non l’eccezione. Questo vuol dire investire decisamente sul potenziamento dei servizi socio sanitari e di salute mentale, per garantire che – conclude la nota - sia l’inclusione sociale la via maestra per assicurare cura e riabilitazione, e sempre diritti e dignità”.
 

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