quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 24 MAGGIO 2016
Quale soluzione per i pronto soccorso pediatrici? Una proposta dalla Campania 



Gentile Direttore,
oltre 10 mila accessi, 105.482 per la precisione. A tanto ammonta il numero di arrivi al Pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera Santobono-Pausillipon nel solo 2015. Un numero enorme soprattutto se si pensa che rappresenta circa la metà di tutti gli accessi all’intero sistema dei pronto soccorso della Regione Campania.
 
Il Santobono come il Cardarelli. Degli oltre 100 mila accessi il 6,4% si trasforma in ricovero, mentre oltre 1.100 bambini devono essere trasferiti ad altri ospedali per mancanza di posti letto. Numeri altissimi che non hanno riscontro in nessun’altra Regione, né Ospedale d’Italia.
A questi numeri fanno da contraltare le cifre fornite dalla Pediatria di famiglia che mette in campo, su tutto il territorio regionale, i suoi 780 professionisti, impegnati ogni giorno, dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 20,00 nei propri ambulatori e se necessario a domicilio ed il sabato ed i prefestivi per le urgenze sino alle 10 del mattino a dare risposte ad un numero impressionante di visite, cui si sommano bilanci di salute, gestione delle cronicità, screenings, talora vaccinazioni. E tanta, tanta, burocrazia.
 
Nonostante l’enorme impegno messo in campo dai tanti professionisti, territoriali ed ospedalieri la criticità rappresentata dagli accessi al PS resta notevole e richiede risposte adeguate, sia nella organizzazione che nella offerta professionale intesa come specificità e quindi qualità. E’ facile comprendere, infatti, come il maggior numero di accessi al PS si verifichi quando il territorio è “sguarnito”, quando, cioè, il Pediatra di Famiglia non c’è, il sabato dopo le 10,00, domenica, prefestivi e festivi.
 
Il ministero della Salute ha impresso un’accelerazione, ma ancora molto confusa, alla costruzione dei nuovi modelli assistenziali (Aft, Uccp) ovvero aggregazioni di medici di famiglia, pediatri e specialisti attivi a turno sulle 16 ore e fino a 24 ore) con l’intento di offrire una copertura totale per tutta la settimana, impiegando le ex guardie mediche nel rafforzamento dei turni  dalle 8 alle 24 e lasciando al 118 la fascia notturna. Una riforma della guardia medica su cui il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si è detta pronta a valutare modifiche all’Atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione dei medici di famiglia se i dati evidenzieranno disfunzioni”.
Intanto la soluzione offerta per la fascia pediatrica è rimasta quella di sempre  e  la Continuità assistenziale generalista pur mettendo in campo tutta la propria professionalità è spesso scavalcata dall’ansia dei genitori che richiedono il consulto con un pediatra alimentando l’afflusso improprio ai PS pediatrici.
 
Occorrono nuove soluzioni che come Federazione italiana medici pediatri, la maggiore organizzazione sindacale della Pediatria di Famiglia, abbiamo già sottoposto al Ministero della Salute (che l’aveva accettata) ed alla Regione Campania che però non vi ha dato alcun seguito nel lontano 2009. Soluzioni sperimentate in alcune Asl del Sud, Puglia e Sicilia, ed in talune Asl del Centro e del Nord, portando a una significativa riduzione di accessi ai PS pediatrici delle rispettive Regioni. Basti citare i dati forniti dalle Scap (Servizio di Continuità assistenziale pediatrica) più rodate, come quelle di Bat (Bisceglie-Andria-Trani).
 
Qui l’analisi effettivamente fornisce numeri importanti: accessi totali al Pronto soccorso diminuiti del 14%; accessi al Pronto soccorso per i soli codici bianchi ridotti del 54 per cento, accessi al PS esitati in ricovero ridotti del 18%. Con un trend di accessi alle Scap che, nel 2014, sono aumentati del 113% rispetto all’anno precedente. Dimostrazione della fiducia che il cittadino-genitore ripone in questa istituzione.
 
Possibile replicare queste strutture in Campania? I Pediatri di famiglia ritengono di sì. Siamo pronti a ridiscutere con la Regione Campania i termini della loro presenza sul territorio, dando vita a strutture di qualità che possano impegnarsi per offrire ai bambini campani soluzioni assistenziali e preventive qualificate e complete. Per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana.
Al nostro quesito, lanciato a tutti i Pediatri di Famiglia appartenenti alla nostra sigla sindacale, che rappresenta più dell’85% dei Pediatri in attività in Campania, relativamente alla possibilità di rendersi disponibili alla partecipazione ad una eventuale organizzazione in Scap (Servizio di Continuità Assistenziale Pediatrica) le risposte sinora giunte si possono definire rappresentative per tre Province: Avellino disponibilità da parte di circa l’80 per cento, Caserta  84 per cento  e Napoli  81 per cento. Risultati relativi ad una indagine partita giorno 6 Maggio 2016 e tutt’ora in corso.
 
Fulvio Turrà
Segretario regionale Fimp Campania
 
Roberto Sassi 
Consigliere provinciale della Federazione pediatri (Fimp) di Napoli
 
(Componenti Commissione regionale campana per la pediatria di Famiglia)

© RIPRODUZIONE RISERVATA