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Mercoledì 08 GIUGNO 2016
Marche, Toscana e Umbria siglano Protocollo di collaborazione su Europa, sanità, occupazione e imprese

La firma sarà ufficialmente apposta il 15 giugno dai presidenti Ceriscioli (Marche), Rossi (Toscana) e Marini (Umbria). L’accordo prevede che le Giunte regionali si riuniscano a cadenza almeno semestrale per approvare i programmi e monitorarne la realizzazione. Saranno istituiti gruppi tecnici di lavoro interregionali.

Si va dalla riduzione da tre ad un unico servizio a Bruxelles, alla istituzione di una centrale unica per gli acquisti in sanità (ma anche in altri settori), alla definizione di progetti comuni nel campo delle relazioni e della cooperazione internazionale, si prevedono iniziative comuni di promozione del “brand” delle tre regioni in relazione ai “comuni e condivisi caratteri distintivi dell’identità regionale”, e si prevedono anche la definizione di “modelli unici” sia per le azioni di incentivazione per le imprese, sia per la promozione ed il sostengo dell’occupazione giovanile.
 
Altro impegno è quello di individuare elementi comuni “transfrontalieri” nell’ambito delle strategie per le “aree interne” e, infine, c’è anche la comune volontà di definire le modalità per la realizzazione congiunta di una o più centrali uniche per l’attuazione del numero unico europeo di emergenza 112. Sono queste le “attività congiunte” previste nel Protocollo di Intesa che i presidenti delle Regioni Umbria, Marche e Toscana, Catiuscia Marini, Luca Ceriscioli ed Enrico Rossi si apprestano a sottoscrivere a Bruxelles il prossimo 15 giugno, in occasione della seduta plenaria del Comitato delle Regioni d’Europa di cui i tre presidenti sono membri.

A fornire i dettagli è una nota della Regione Umbria, a seguito dell’approvazione  ieri, in Giunta, del “protocollo d’intesa” che impegna i tre presidenti fino alla scadenza della legislatura in atto. Il protocollo, spiega la nota, “nasce dall’esigenza di ‘individuare in alcuni ambiti definiti dallo stesso protocollo, sedi e momenti di consultazione, collaborazione e coordinamento delle rispettive azioni politico-amministrative che possa far valere maggiormente il peso dei territori e delle popolazioni di riferimento, tanto rispetto alle Istituzioni europee, attraverso le quali sempre più passano le decisioni e le risorse per lo sviluppo, quanto dei confronti dei grandi gestori nazionali di servizi essenziali allo sviluppo’”.

La dimensione territoriale delle tre Regioni, si afferma nelle premesse del “protocollo d’intesa”, potrebbe inoltre essere “più adeguata per attrarre grandi investimenti per opere pubbliche di interesse comune, nonché per gestirne la realizzazione”.

L’accordo prevede che i tre presidenti si riuniscano, anche insieme ai rispettivi assessori, per concordare linee di azione comuni e progetti di collaborazione, e stabilisce, inoltre, che le Giunte regionali effettueranno incontri periodici a cadenza almeno semestrale per approvare i programmi e monitorarne la realizzazione. Si istituiscono, infine, gruppi tecnici di lavoro interregionali negli ambiti previsti dal “protocollo”.

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