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Martedì 14 GIUGNO 2016
Lorenzin: “Un fondo anche per gli oncologici innovativi”

Lo ha ventilato oggi il ministro intervenendo a un convegno a Roma. Ma per garantire la sostenibilità dell'innovazione saranno fondamentali Registri attivi in tutte le Regioni, sistemi di Hta e sistemi di monitoraggio e verifica con Agenas, Aifa e Iss potenziate. 

Raccolta sistematica e trasparente dei dati con Registri a regime in tutto il Paese. E ancora, sistemi di Hta e una riorganizzazione del sistema con Agenas, Aifa e Iss potenziate. Una gestione dell’innovazione che deve diventare non emergenziale, ma strutturata attraverso un rapporto diverso ab origine con l’industria. E anche, per il momento, un ampliamento del fondo per le innovazioni ai farmaci oncologici.
 
Sono questi alcuni degli ingredienti della ricetta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin per sostenere l’innovazione presentata nel corso del convegno organizzato oggi a Roma che ha preso le mosse dall'ultimo lavoro di Luca Pani, Direttore dell’Aifa, dal titolo: “L’innovazione sostenibile: il farmaco e le sfide per il futuro del nostro Ssn”
 
Le informazioni e le innovazioni arrivano a ritmi sempre più vertiginosi, ricorda il Ministro e i decisori devono gestire tutte le novità, serve quindi una nuova visone e una nuova organizzazione con modelli nazionali e sovranazionali che consentano di gestire il cambiamento in maniera positiva.
 
“Abbiamo davanti l’era dell’oro e stiamo vivendo quella del bronzo – ha detto – ma l’oro è già qui e lo stiamo gestendo come un’eccezione, ma a breve diventerà una regola. La nostra eccezione è stata il Fondo per gli innovativi e siamo stati il primo Paese a crearlo. L’idea ora è ampliare questo Fondo indirizzato all’epatite C e inserire anche gli oncologici ad alto tasso di innovazione. Ma questa è una fase transitoria. A regime bisognerà trovare il modo per trasformare l’eccezione in regola e garantire l’accesso all’innovazione. Questo non significa che dobbiamo trascurare altre terapie come quella antibiotica, anzi. Dobbiamo far sì che la ricerca su questi farmaci vada avanti, perché altrimenti se da una parte abbiamo la garanzia di guarire dal melanoma, dall’altra rischiamo di morire di polmonite. Dobbiamo quindi garantire un sistema armonico”.
 
Come? Per il Ministro serve un sistema efficiente, trasparente e misurabile e che sia soprattutto omogeneo “e il nostro attualmente ancora non lo è” ha precisato. L’atotu vincente sono i dati: “servono Registri in tutte le Regioni e che i dati siano disponibili perché solo la conoscenza ci consente di arrivare alla sostenibilità”.
 
Costruita questa “piattaforma” servono strumenti per renderla efficiente. Quali? “Un’Agenas che fa controlli e verifiche – ha aggiunto Lorenzin – un Ministero con  più ispettori e un Iss che diventa un pivot della ricerca indipendente consentendo di realizzare analisi di contesto. E ancora, un'Aifa potenziata che ci consentirà di competere con le grandi Agenzie regolatorie internazionali. Partendo da questo dobbiamo poi arrivare ad un diverso modello di produttività del sistema, con una riorganizzazione degli ospedali e un monitoraggio accurato del lavoro svolto nella piena assunzione delle proprie responsabilità”. E se questi sono gli ingredienti proposti dalla Lorenzin, il condimento sono “i risparmi ottenuti che deve essere reinvestiti in sanità”.
 
Ancora. “Nel medio periodo la gestione dell’innovazione deve diventare non emergenzialeha poi continuato Lorenzin – ma strutturata attraverso un rapporto diverso ab origine con l’industria. Un meccanismo che stiamo prendendo in considerazione è quello del pagamento in base ai risultati. Le Aziende fanno molti investimenti in ricerca e assumono dei rischi, ma se il prezzo è troppo alto gli Stati non riusciranno più a pagare. I sistemi vanno quindi in tilt. Dobbiamo perciò trovare modelli che consentano ai Paesi di rimanere in equilibrio”.
 
Soprattutto per il Ministro un investimento immediato in innovazione permette nel tempo un risparmio in termini di mancati ricoveri e costi di gestione delle patologie. E, ancora una volta, la conoscenza dei dati diventano lo strumento strategico: “Ci consente di poter conteggiare quanto abbiamo evitato in termini di costi di gestione dei malati cronici. Solo così possiamo fare previsioni di bilancio. La verità è che stiamo applicando vecchi modelli di contabilità rispetto al cambiamento epocale che sta avvenendo nella società mondiale, e nessuno Stato riesce appunto a reggere. La mia idea – ha aggiunto – è immaginare questa nuova visione in deroga al patto di stabilità e dimostrare, dati alla mano, come abbiamo evitato delle spese. A questo meccanismo dobbiamo poi aggiungere un efficiente sistema di Hta, sistemi digitalizzati e trasparenti, un controllo di Drg e nuovi Drg. Così possiamo tenere sotto controllo il sistema. E quest’opera di ristrutturazione deve essere non solo in Italia ma in tutta Europa”.

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