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Lunedì 20 GIUGNO 2016
Contratto medici. Non basta un tweet per chiudere la partita



Gentile Direttore,
Galileo, uomo di scienza e pragmatico, si troverebbe con tutta probabilità costretto a ripetere la famosa frase anche ai giorni nostri. E noi, come CISL Medici, proviamo, senza l’arroganza di impersonare il famoso scienziato, a ragionare contro l’arroganza di chi vuole, ogni giorno di più, costringere tutti a credere che la terra giri attorno al sole.. E qui ci viene subito in mente la “ripresa economica”, ma non essendo fini economisti non ci sentiamo di addentrarci in fumose disquisizioni sui…decimali.
 
A noi preme invece sottolineare con forza un particolare: siamo stati anni con i contratti bloccati, ci è stato ripetuto per anni che non si poteva fare alcunché, mentre in altre realtà le risorse si trovavano, e certo non solo per la bontà delle associazioni datoriali, abbiamo dovuto sorbire scherni ed insulti, abbiamo fatto tutto quel che dovevamo in termini di presa d’atto delle condizioni, condivisione dei problemi, partecipazione – laddove ci si degni di invitarci – alle analisi e sacrificio nelle scelte.
 
E pur si muove. Il Governo. Non come potrebbe e a nostro avviso dovrebbe, ma si muove. Per altre cose, però, sempre più perso in un narcisistico abbraccio e inutili polemiche,
 
Abbiamo atteso pazienti e abbiamo mantenuto un profilo ben più alto e dignitoso di quanti invece ci denigravano e non rinunciavano ad alcunché, insistendo per farci vedere solo il dito e sostenendo che chiedevamo la luna.
Adesso abbiamo anche abbattuto l’ultimo esile diaframma dietro cui ci volevano far credere si annidassero le difficoltà residue: l’accordo sulla nuova composizione dei comparti e delle aree di contrattazione è stato siglato dalla quasi totalità delle sigle sindacali oltre due mesi.
 
Un imbarazzante silenzio delle controparti è improvvisamente ed inopportunamente sceso sullo scenario delle relazioni tra Governo e sindacati di parte pubblica. Beh…non esattamente. Di tanto in tanto qualche improvvida dichiarazione fa capolino, mostrando contemporaneamente una scarsa conoscenza della realtà del problema e una ancor più scarsa volontà di affrontarlo e risolverlo.
 
Ma a questo punto siamo noi che avremmo buon diritto ad usare espressioni sferzanti nei confronti di chi non dimostra efficienza in tutto, ma solo in campi che sono evidentemente più “comodi”.
La trita scusa delle difficoltà economiche non basta più a coprire la macro-evasione che nessuno, da sempre, sa – o vuole? Il dubbio è legittimo – affrontare. Si dice che i contratti pubblici costerebbero X miliardi quando nessuno si è preso la briga di ascoltare come e quando vorremmo fossero inserite le risorse. Si fanno vedere tabelle con riduzioni di tasse per oltre 10 miliardi di euro, senza confessare che tali somme saranno subito reperite con dolorosi tagli in altri settori. E l’Italia, signori, è esausta.
 
Non si può più tagliare, non si deve più rammendare. Se un sinonimo ci viene in mente esso è “ricucire”, nel senso di rinsaldare il rapporto tra i cittadini – trattati come sudditi sciocchi dagli imbonitori che si alternano e ai quali, occorre dirlo, continuiamo colpevolmente a dare la nostra fiducia elettorale – e lo Stato, l’istituzione che gli stessi cittadini deve rappresentare e tutelare al meglio.
 
I continui strappi costituiti da decisioni autoreferenziali, roboanti dichiarazioni e cocenti delusioni non possono più essere tollerate. I cugini d’oltralpe, che a volte erroneamente critichiamo per l’eccessivo nazionalismo, ci mostrano invece come avere un alto senso della Nazione non sia necessariamente legato ad accettare passivamente provvedimenti che si ritengono ingiusti.
 
E allora noi della CISL Medici diciamo a chiare lettere che non saremo più disposti ad attendere oltre un comportamento vessatorio e cieco da parte di amministratori che ci fanno “il trucco delle tre carte”, distribuendo, in un meschino disegno di consenso, 80 euro ora a Tizio ed ora a Caio, senza la benché minima prospettiva di solido indirizzo e di passabile tenuta.
 
Contratto subito, oppure dimostreremo come i lavoratori italiano non siano secondi a nessuno in quanto a senso della dignità e risolutezza.
I 140 caratteri di un “tweet” possono agevolmente contenere la frase “Convocati sindacati – Partono rinnovi contrattuali – La lotta all’evasione restituisce i soldi negati per anni ai lavoratori pubblici”.
Dei miliardi di altre dichiarazioni autocelebrative e fuorvianti, che spesso anzi mettono in contrapposizione esponenti del Governo…vogliamo fare a meno. Dopo i “furbetti del cartellino” è ora di smetterla anche con “i furbetti del telefonino”, perché non ne possiamo più dei vostri tweet.
Quando vi deciderete a scrivere invece qualcosa del genere? Noi siamo già pronti. E vi sfidiamo a fare il vostro lavoro, anziché sfruttare soltanto il nostro.
 
Biagio Papotto
Segretario nazionale Cisl Medici

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