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Giovedì 23 GIUGNO 2016
Formazione in medicina generale. Basta strumentalizzazioni su proposte Fimmg Formazione



Gentile Direttore,
Le scrivo perchè noi di FIMMG Formazione siamo stanchi di strumentalizzazioni di parte in merito a quanto abbiamo proposto, tramite l’Intersindacale, per l’art.22 del Patto per la Salute. I toni del confronto hanno raggiunto dei livelli talmente bassi che sembra siano lecite ogni genere di falsità pur di confutare una tesi inoppugnabile: l’attuale inadeguatezza dell’Università a prendersi carico della formazione in medicina generale.
 
Se, come sostenuto da tutti, la medicina generale è una disciplina accademica, incardinata nel territorio, è opportuno che sia insegnata da chi la pratica dai 6 anni del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia in poi. Nonostante questo sia previsto nei programmi dei corsi di laurea, l’università non si è mai adeguata, lasciando deliberatamente la medicina generale ai margini della vita accademica. Sentiamo dire che l’istituzione di una scuola di specialità che abiliti all’accesso in graduatoria per la medicina generale potrebbe fare da volano per una sua valorizzazione, ma se l’università non si è adeguata finora, quale vantaggio potrebbe trarne dall’adattarsi poi?
 
Una volta ottenuto il risultato di occupare le cattedre del Corso di Specializzazione in Medicina di Comunità e Cure Primarie con i Professori in esubero dopo il taglio delle scuole di specialità degli anni scorsi, è evidente che nessun altro investimento sarebbe fatto. E così la medicina generale rischierebbe di venire insegnata da docenti non preparati in materia, magari in sedi poco idonee al suo insegnamento come già accade per la medicina d’emergenza-urgenza che ancora spesso si impara nei reparti di Medicina Interna.
 
Oltretutto il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale sarebbe inglobato in una scuola di specialità palesemente inadeguata a raggiungere gli obiettivi formativi che le vengono attribuiti, come risulta evidente dall’indagine svolta dal SIGM durante il progetto VAMOSSM. Dalla loro indagine risulta che non vengono svolte lezioni didattiche in alcuna delle sedi dove tale Scuola di Specialità è stata attivata e che la maggioranza degli specializzandi ritiene di non riuscire a raggiungere nemmeno la metà degli obiettivi formativi entro i 4 anni di durata della Scuola. Appare quindi stupefacente l’attaccamento della stessa Associazione all’assegnare a quella Scuola fallimentare anche l’insegnamento della Medicina Generale.
 
Inoltre le falsità dichiarate in merito alla gestione del corso di formazione specifica in alcuni comunicati raggiungono livelli che meriterebbero quantomeno una querela. Non capiamo come le Regioni possano accettare l’affermazione che il corso sia gestito dai sindacati: sono frasi di una gravità assoluta che mettono in dubbio il loro operato e che danneggiano l’immagine di un corso di formazione che necessita un indubbio restyling, ma della cui indipendenza non si può dubitare.
 
Noi, d’altronde, abbiamo costantemente proposto miglioramenti che potessero garantire ai medici in formazione una dignità retributiva e formativa adeguata, uniforme ed elevata in ogni realtà. L’osservatorio dei CFSMG ha proprio lo scopo di uniformare la didattica e garantire una formazione unicamente in strutture e con docenti accreditati. Le attività professionalizzanti hanno anch’esse una funzione didattica (lo svolgimento di attività lavorative con progressiva assunzione di responsabilità che attualmente le Scuole di Specialità non riescono a garantire, per la medicina generale possono diventare realtà).
 
Tuttavia le dichiarazioni di Saitta, presidente della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, vanno in direzione completamente opposta supportato dalla convinzione che i giovani medici la pensino come lui. Ed affermando che la dimostrazione di ciò è data dalle richieste fatte sui social.  Ma basta guardare i numeri sui social per capire che il tweetmob, appositamente costruito per permettere a Saitta di fare certe affermazioni, ha fatto un clamoroso flop. Soli 753 tweet in tutta la giornata, di cui l’estrema maggioranza da parte dei soliti noti, fanno capire che l’interesse a passare ad una specializzazione in medicina generale è propria solo di chi, vicino all’università, ha interessi diversi rispetto a quelli della medicina generale, di una formazione adeguata per i futuri professionisti e di una migliore assistenza ai cittadini.
 
I numeri sui social di chi intende valorizzare la medicina generale sono ben altri e li faremo pesare al momento giusto. Saitta è avvisato.
 
Giuliana Arciello
Segretario Nazionale FIMMG Formazione

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