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Lunedì 04 LUGLIO 2016
E se si votasse per la SSNexit?



Gentile Direttore,
l’Inghilterra ha votato. Sono usciti dall’Euro. Poco male diranno molti, in effetti non si sono mai sentiti europei, vivendo ancora nell’illusione di governare le vecchie colonie mantenendo vive vecchie tradizioni. Gli inglesi sono stati sempre più affini al Commonwealth il cui capo di Stato non a caso è il sovrano del Regno Unito, che all’Unione Europea.
 
Non a caso si è chiamato COMMONWEALTH: Common (comune) Wealth (benessere). Bene, fatti loro. Il fatto che abbiano votato per il benessere tradizionale, quella idea di welfare che loro hanno fatto conoscere al mondo, contro le pastoie burocratiche imposte a tutti dall’Europa, tutto sommato, non deve sconvolgerci.  Non dovrebbe sorprenderci.
Invece il fatto mi preoccupa.
 
Non per la caduta della borsa, per l’impoverimento di tutti, inglesi per primi, a fronte dell’arricchimento degli speculatori, facciano pure.
 
Sono preoccupato per tre motivi che possono avere ripercussioni anche da noi, in sanità.
1.     Una parte del voto è stato determinato da false o vere informazioni proprio sul benessere, sul fatto, che liberi dalle tasse UE, si possano spendere più soldi per la Sanità. Oggi chi ha detto queste panzanate si scusa ma intanto l’effetto si è avuto.
 
2.     Vince l’egoismo, quello di chi pensa di stare bene e ha paura di perdere benessere. Ma è solo un sentimento inglese? Non stiamo vivendo un momento storico in cui vincono le individualità e gli egoismi. Non vediamo come ci si fidi sempre più degli urlatori senza costrutti, come i sistemi politici governati e mediati dai partiti siano implosi e come oggi anche il sindacato sia visto sempre più come un residuo bellico senza utilità? Come si cerchi nell’intrigo e nella raccomandazione personale il carrierismo personale a discapito degli altri, paradossalmente oggi più di ieri? Come conseguentemente non si creda più nelle lotte comuni? Il voto inglese è anche questo: la foto di un modo di essere della nuova società frantumata.
 
 
3.     Ha vinto il populismo. E qui il dibattito giusto ma senza via di uscita. E’ giusto che su tematiche tanto complesse e con risvolti tanto complicati sia portato al voto tutta la nazione? E’ democrazia vera? Lo strumento del referendum è da ritenersi uno strumento di democrazia o può essere pericoloso oggi che non è più mediato dai vecchi sistemi di partiti di giornali di letture, di cultura, di corretta informazione ? E’ un problema che ci è lontano o ci abbiamo appena sbattuto le corna con il referendum sulle trivelle dove ha vinto la informazione superficiale sul merito del quesito?
Vedete mi torna in mente una vecchia storiella degli anni 60 sulla Unione Sovietica: “Il comitato centrale ha deliberato, il popolo non è d’accordo. Bene, bisogna cambiare il popolo.” Ed allora oggi quale è lo strumento? Certamente quello di stabilire che il referendum possa trattare solo alcuni temi ed altri no (come in Italia), che i quesiti referendari siano su grandi temi e non su temi incomprensibili quali le trivelle.
 
E se domani il qualunquista di turno proponesse un referendum sulla sanità? Immagino l’urlatore di turno: “la finanziaria prevede una spesa di 111 miliardi di euro per una popolazione di 60 milioni di abitanti fa 1.850 euro per ogni abitante”. Diamoli a ciascun “cittadino” libero di usarlo come meglio crede. Chi sfora la cifra paga in proprio, si assicura, problemi suoi. Che effetto avrebbe su un blog che domani rischia di governare un paese?
 
Nessuno, penso, se si riuscisse ad argomentare che quella cifra copre si e no una giornata di degenza in ospedale. Ma che effetto avrebbe nella mente chi è giovane e la possibilità di andare in ospedale la vede lontana? Di chi paga tasse e ticket? Di chi aspetta mesi per una prestazione? Di chi va in privato per ottenere quanto gli spetta pagando due volte di tasca propria? Come voterebbero? Chi con 1.860 euro risolverebbe un problema immediato e tanto poi per il futuro si vede ??? La società dell’individualismo come si comporterebbe?
 
Come voterebbe il popolo italiano per un SSNexit?  Non pensate che sia una esagerazione. Cittadini anziani inglesi, quelli che hanno sfiorato la guerra, che hanno intravisto gli esiti dei bombardamenti hanno votato loro per primi per il qualunquismo.
 
Lo strumento del referendum propositivo a tanti piace, anche a “quelli della sinistra” se risultasse vero che il governatore della toscana Rossi sta proponendo un referendum per abolire l’intramoenia…. cavalcando il teorema assurdo, incomprensibile e falso che senza le prestazioni in intramoenia si risolverebbero le liste di attesa, ovvero l’esatto contrario di quanto avverrebbe, le stesse menzogne dette in Inghilterra proprio sul sistema sanitario.
 
Ed infine una ultima domanda: esiste ancora un SSN? Intanto non è più nazionale da anni ma regionale, non garantisce equità di cure né per censo né per posizione geografica, per gran parte (lungodegenza e riabilitazione) è appaltato completamente al privato, perde pezzi, professioni e non assume, ha liste di attese dovute alla carenza di personale vergognose, prevede nei prossimi anni un ulteriore definaziamento con ulteriore caduta del sistema, fa pagare sempre più ai cittadini prestazioni che sarebbero dovute.Assistiamo all’annientamento di un “visione” che era iniziata con la innovativa riforma del 1978 e che il cinismo della politica sta smontando per spianare la strada alle grandi “corporates” del complesso sanitario privato. Già oggi si divide gli oltre 30 miliardi che i cittadini pagano di tasca loro per la sanità privata.
 
No, la verità è che siamo già fuori dal SSN, quello che ci hanno consegnato i grandi politici del dopoguerra con la legge 833, quegli stessi uomini che hanno costruito l’Europa che oggi omuncoli di ogni razza cercano di minare.
Siamo già fuori dal SSN anche senza averlo votato.
 
Francesco Medici
Consigliere Nazionale Anaao Assomed

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