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Martedì 05 LUGLIO 2016
Nomine DG Asl. “Rivedere limiti di età, ridefinire una retribuzione minima e valorizzare le capacità gestionali”. Le proposte di Fiaso

Chiesto, inoltre, il coinvolgimento nella commissione incaricata di scegliere i futuri DG dall'Albo nazionale, il coinvolgimento di figure professionali capaci di valutare le diverse aree di competenza. Queste, in sintesi, le proposte lanciate oggi dalla Fiasi nel corso di un'audizione in commissione Sanità al Senato, per migliorare il testo dello schema di drecreto attuativo per la riforma della Pubblica Amministrazione. LE PROPOSTE

Riforma Pa e incarichi direttoriali negli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale al centro dell'attenzione della commissione Igiene e Sanità al Senato e Affari sociali alla Camera, che hanno audito la Fiaso sullo schema di drecreto attuativo. La Fiaso ha proposto diverse modifiche per "migliorare il testo", a cominciare dalla "non congruità" dei limiti di età fissati nel provvedimento per la scelta dei DG, che "potrebbero estromettere profili manageriali di alta competenza acquisita". Su questo punto la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere si è rifatta alla 
 proposta della Conferenza delle Regioni.
 
Riguardo, poi, al giusto peso attribuito alla formazione, Fiaso si candida, con il suo sistema di laboratori di ricerca e la sua metodologia consolidata di confronto interregionale, ad essere elemento della formazione per i DG e dello sviluppo delle capacità strategiche del middle management.
 
Quanto al core del profilo del candidato DG da valutare, Fiaso ha ricordato come il processo di valutazione della figura di Direttore Generale rappresenti l’esito finale di un processo che parte dalla definizione di un profilo professionale atteso nel rispetto delle diverse tipologie aziendali e complessità gestionale (Irccs, Ao e Aou, Asl grande dimensioni, Asl piccole dimensioni, Arpa, Istituti zooprofilittici).  In tal senso, l’esito del processo di valutazione a livello nazionale "potrebbe portare all’elaborazione di un bilancio di competenze degli idonei (strategico organizzative, manageriali, relazionali) per il quale Fiaso ha da tempo elaborato uno schema metodologico".
 
La valutazione, come si legge tra le proposte di Fiaso,  dovrà avvenire su elementi più articolati che richiedono quindi di coinvolgere nella Commissione figure professionali capaci di valutare le diverse aree di competenza.
 
Ma non finisce qui. La Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere sottolinea come possa apparire distorsivo rispetto alla valutazione del profilo manageriale, l’inserimento della produzione scientifica del candidato "in quanto mette sullo stesso piano la valutazione delle capacità di decidere e fare con un profilo di ricercatore universitario spesso completamente estraneo alla gestione".
 
Quanto al compenso economico: "Sarebbe utile che il decreto contemplasse, per coloro che saranno certificati dall’albo nazionale, la ridefinizione di una retribuzione minima che possa aprire un percorso per allineare almeno in parte il valore del contratto di direttore generale dell’Azienda sanitaria a quello di direttore generale di Azienda a partecipazione pubblica".

Non è risultato esente da critiche anche il margine discrezionale concesso alla Regione nella scelta del DG, visto come "troppo ristretto", il rischio paventato sarebbe quello di limitare di molto la scelta ‘dell’uomo giusto al posto giusto’. 
 
Infine, Fiaso pone l'attenzione sul fatto che i direttori sanitari, amministrativi e socio-sanitari rappresentano, oltre al loro ruolo specifico, le figure che si candidano ad assumere la responsabilità di direttore generale nel futuro; rappresentano quindi il vivaio per le future direzioni generali che devono essere valorizzate nella loro capacità professionale più che nel loro possesso di titoli.  Fiaso si dichiara quindi contraria alla definizione di elenchi regionali simili a quelli dei direttori generali in quanto "potenzialmente riduttivi rispetto alle leve più giovani che hanno dimostrato capacità e vogliono cimentarsi con un ruolo manageriale, e controproducente rispetto alla difficoltà di trovare dirigenti di struttura complessa disponibili ad assumere l’incarico di direttore sanitario".  

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