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Lunedì 18 LUGLIO 2016
Raffreddore, tosse e mal di gola. Pochissimi rischi (risolvibili) se si curano senza antibiotici

Secondo uno studio pubblicato sul Bmj, e ripreso oggi in un articolo sul portale dell’Aifa, ci sarebbero pochissimi rischi di complicazioni per i pazienti affetti da infezioni del tratto respiratorio se i loro medici di famiglia riducessero la prescrizione di antibiotici rispetto ai livelli attuali.

Uno studio, finanziato dal National Institute for Health Research e condotto da ricercatori del King’s College di Londra, ha osservato che ridurre la prescrizione di antibiotici per le infezioni del tratto respiratorio - come tosse, raffreddore, mal di gola e le infezioni dell’orecchio - non è legata ad un aumento delle più gravi complicanze batteriche, come la meningite batterica.
 
Del resto la maggior parte delle infezioni delle vie respiratorie sono causate da virus e generalmente si risolvono entro pochi giorni senza trattamento. La terapia antibiotica ha effetti minimi o nulli sulla durata e la gravità dei sintomi in queste condizioni e può essere associata ad effetti collaterali.
 
Inoltre, sottolinea Aifa nel suo commento all’articolo apparso oggi sul portale dell'Agenzia, l’uso inappropriato di antibiotici contribuisce allo sviluppo di ceppi di batteri resistenti. La resistenza agli antimicrobici (AMR) e agli antibiotici in particolare, è una delle emergenze sanitarie più rilevanti a livello globale. L’aumento delle resistenze può potenzialmente rendere inefficaci gli antibiotici per il trattamento delle infezioni, anche le più comuni, e rendere estremamente pericolose operazioni chirurgiche ormai divenute di routine.
 
Lo studio britannico ha analizzato i dati dei pazienti provenienti da 610 medici di medicina generale del Regno Unito, con più di quattro milioni di pazienti, in 10 anni. Gli studi con i tassi più bassi di prescrizione di antibiotici per le infezioni del tratto respiratorio non hanno riportato tassi più elevati di complicazioni batteriche gravi, come meningite, mastoiditi, empiema, ascesso cerebrale o sindrome di Lemierre.
La ricerca ha rilevato che gli studi MMG nei quali è stato prescritto un numero inferiore di antibiotici presentavano tassi leggermente più elevati di polmonite e tonsillite, entrambe queste condizioni sono curabili con antibiotici una volta identificati.
 
I ricercatori hanno stimato che se uno studio di medie dimensioni al quale afferiscono 7.000 pazienti riducesse le prescrizioni di antibiotici per i pazienti affetti da infezioni del tratto respiratorio del 10 per cento, si potrebbe verificare un caso di polmonite in più ogni anno. Inoltre è stato stimato che la riduzione potrebbe essere collegata a un caso in più di ascesso peritonsillare ogni 10 anni.
 
La limitazione del ricorso agli antibiotici, inoltre, riduce significativamente gli effetti collaterali che si verificano in un paziente su dieci, tra i quali ricordiamo eruzioni cutanee, diarrea e vomito, mentre in rari casi si può verificare l’anafilassi.
 
Il professor Martin Gulliford, autore principale dello studio e membro della Division of Health and Social Care Research presso il King’s College di Londra, ha sottolineato che “l’abuso di antibiotici nel presente potrebbe tradursi in un aumento delle infezioni da batteri resistenti in futuro. I nostri risultati suggeriscono che la riduzione delle prescrizioni non è associata ad alcun aumento del rischio di complicazioni più gravi. Si possono riscontrare tassi leggermente più elevati di polmonite e ascesso peritonsillare, ma entrambe queste complicanze possono essere facilmente trattate una volta identificate”.
 
Il Dr Mark Ashworth, medico di medicina generale e autore dello studio ha ricordato che “nella pratica quotidiana, osservo pochissime complicanze nei pazienti che presentano infezioni del tratto respiratorio superiore e che decidono di optare per un approccio non basato sulla terapia antibiotica per trattare le loro infezioni. I pazienti stanno riconoscendo che la maggior parte delle infezioni delle vie respiratorie superiori sono virali e le infezioni di questo tipo non rispondono agli antibiotici. Il nostro studio dovrebbe rassicurare medici e pazienti che le complicanze batteriche delle infezioni respiratorie sono davvero rare. Fortunatamente, se ci sono segni di una complicazione, il MMG può intervenire rapidamente e offrire un antibiotico adeguato”.
 
Fonte: Aifa

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