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Giovedì 21 LUGLIO 2016
Donne operate al seno. All’Angelo un pool contro il linfedema. Si opera a quattro mani e lo si previene con i micro-bypass

Il linfedema è tradizionalmente affrontato con massaggi, linfodrenaggi e fasciature. A Mestre, invece, la Breast Unit del dottor Papaccio ha percorso la via della collaborazione con gli specialisti della microchirurgia linfatica presenti nell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare e, insieme a loro, ha costruito un iter terapeutico che cura e addirittura previene il formarsi del linfedema. 

Tra i primi ad attivarsi in tutto il Nord Italia, opera all’Ospedale dell’Angelo di Mestre un pool di specialisti in grado di contrastare, con tecniche microchirurgiche innovative, il linfedema degli arti e di rispondere così ad uno dei problemi più diffusi che colpiscono le donne operate al seno, e non solo loro.
 
“Il ‘linfedema’ è un accumulo di linfa – spiega il Direttore della Breast Unit dell’Ulss 12 Veneziana, Guido Papaccio – dovuto ad un anomalo funzionamento del sistema linfatico e quindi al ristagno di linfa in un arto. Si manifesta purtroppo con frequenza nelle donne operate per tumore al seno, con il rigonfiamento dell’arto superiore dopo il trattamento chirurgico: fino al 20% delle donne che hanno subito una asportazione dei linfonodi ascellari è vittima di un linfedema rilevante entro i dieci anni successivi. E così, pazienti che hanno superato, grazie all’intervento chirurgico, il problema del tumore, si ritrovano però a patire il rigonfiamento dell’arto superiore detto ‘braccio grosso’, che può comparire anche a distanza di anni dall’operazione e che è a diversi livelli invalidante”.

Il linfedema – che può verificarsi anche negli arti inferiori in relazione ad altre situazioni cliniche – è tradizionalmente affrontato con massaggi, linfodrenaggi e fasciature: si cerca quindi di contenere e far diminuire ingrossamento dell’arto stimolando meccanicamente la circolazione della linfa, ostacolata dalla patologia.

A Mestre, invece, la Breast Unit del dottor Papaccio ha percorso la via della collaborazione con gli specialisti della microchirurgia linfatica presenti nell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare e, insieme a loro, ha costruito un iter terapeutico che cura e addirittura previene il formarsi del linfedema.
 
“Ai vasi linfatici ostruiti o alla rimozione dei linfonodi – spiega il chirurgo Alessandro Busetto – rispondiamo con la realizzazione di veri e propri bypass, cioè costruendo chirurgicamente dei percorsi linfatici alternativi. Siamo in grado di farlo in presenza di un vaso ostruito, e quindi a linfedema già acclarato; ma la sfida che abbiamo vinto è quella dell’intervento preventivo, e quindi con la costruzione dei bypass intorno ai vasi che potrebbero ostruirsi in futuro”.
 
All’Ospedale dell’Angelo, quindi, su pazienti selezionate e predisposte al rischio linfedema, gli specialisti compiono un’accurata analisi delle vie linfatiche e individuano i punti critici già prima dell’intervento al seno. Durante l’intervento, poi, lo specialista di chirurgia linfatica si affianca all’équipe oncologica: e mentre questa agisce sul tumore, quello predispone e costruisce con i bypass i percorsi alternativi che impediranno il ristagno della linfa nel caso che, anche dopo anni, la via linfatica originaria dovesse ostruirsi.


La collaborazione tra Breast Unit e Chirurgia Linfatica presso l’Ospedale dell’Angelo è resa stabile e codificata all’interno del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare dell’Ulss 12 Veneziana: “Presenteremo pubblicamente ad ottobre il percorso ‘LI.VE, Linfologia Veneziana’ – spiega  Vittorio Dorrucci, Direttore del Dipartimento e coordinatore del progetto – nel quadro del simposio di linfologia clinica. Già con il mese di luglio abbiamo eseguito con successo il sesto intervento strutturato secondo questa collaborazione clinica, tra i primi a compiere questa esperienza. Contestualmente sono già operativi i percorsi pre e postoperatori condivisi con le associazioni dei malati e il volontariato, fondamentali per la preparazione e il raggiungimento del risultato. Diamo così luogo ad un’innovativa pratica clinica che fa compiere un passo in avanti alla cura del linfedema e in particolare alla cura e all’accompagnamento delle donne colpite da tumore al seno”.  

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