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Giovedì 21 LUGLIO 2016
Usa. Mappata la corteccia cerebrale. Ha 360 aree, di cui 97 “nuovissime”

Perché il sistema nervoso centrale umano, in pratica il cervello, è così speciale? La risposta stavolta arriva da un progetto partito nel 2010 e portato avanti da un nutrito gruppo di neuroscienziati americani che – alla stregua di ‘cartografi’ della mente -hanno elaborato la mappa più completa fino ad oggi mai realizzata della corteccia cerebrale.

(Reuters Health) - I ricercatori, coordinati da David Van Essen della Washington University, utilizzando le immagini del cervello di 210 soggetti, ottenute con la Risonanza Magnetica Nucleare, hanno individuato 360 aree, 180 per ciascun emisfero cerebrale, di cui più della metà (97) mai identificate prima. Non tutte le funzioni delle aree sono state individuate e comprese, tuttavia questa mappa, i cui dati sono stati pubblicati recentemente sulla rivista Nature, potrebbe aiutare a comprendere meglio alcune malattie cerebrali come l’autismo, la schizofrenia, la demenza e l’epilessia; inoltre servirà a mettere in luce le differenze tra il cervello patologico e il cervello sano.
 
Una corteccia “polivalente”
Secondo Van Essen questa mappa è la più accurata e dettagliata della corteccia cerebrale umana mai pubblicata sino ad oggi. Si è scoperto, ad esempio, che nella regione del linguaggio esiste una piccola area che si attiva solo quando la persona ascolta una storia; in quella della visione, invece, esiste un gruppo specifico di cellule neuronali che è deputato a determinare solo l’ampiezza del campo visivo. Matthew Glasser, neuroscienziato della Washington University di St. Louis, principale autore della ricerca, ha sottolineato come questa mappa potrà rivelarsi utile in neurochirurgia, aiutanto i chirurghi a non danneggiare importanti aree del cervello coinvolte nel linguaggio e nel movimento. Le aree cerebrali sono state mappate circoscrivendole in base allo spessore della corteccia cerebrale, in base alle connessioni con altre zone del cervello e sulla base delle funzioni svolte. Il team ha anche messo a punto un algoritmo che permette di tracciare specifiche mappe per il cervello di ogni persona, questo consentirà ai medici di personalizzare al massimo la terapia sul singolo paziente, monitorare i miglioramenti e intervenire con estrema precisione.
 
Fonte: Nature 2016
 
Will Dunhram

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

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