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Sabato 23 LUGLIO 2016
Del Enti territoriali e payback. Assobiotec: “Una vera e propria tassa su Ricerca e Sviluppo”

Il presidente dell’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica boccia il decreto approvato con fiducia alla Camera. “È evidente quanto per le imprese sia difficile poter operare e programmare, sapendo sin dall’inizio dell’anno di dover restituire una parte rilevante dei fatturati derivanti dalla vendita dei propri prodotti”.

L’ultimo Decreto Legge Enti Territoriali 113/2016, pubblicato lo scorso 24 giugno e approvato ieri alla camera, legifera sul ripiano della spesa farmaceutica ancorato al meccanismo del payback. I suoi effetti per il periodo 2013-2015 concentrano più del 60% del ripiano della spesa ospedaliera a carico di solo il 5% delle aziende farmaceutiche.
 
“Si tratta di dati che confermano, con chiara evidenza, le criticità di un sistema, quello del payback appunto, che sottolinea in una nota Assobiotec - Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica - ha più volte messo in evidenza da quando nel 2012 venne innalzato il tetto della spesa ospedaliera dal 2,4% al 3,5% ponendo il ripiano del 50% a carico delle imprese, senza considerare che la spesa reale era già largamente superiore al 4%. Un tetto di spesa palesemente inadeguato che ha inevitabilmente finito per penalizzare le aziende più innovative che immettevano nuovi prodotti nel mercato ospedaliero”.
 
“In questo contesto – prosegue la nota - è evidente quanto per le imprese sia difficile poter operare e programmare, sapendo sin dall’inizio dell’anno di dover restituire una parte rilevante dei fatturati derivanti dalla vendita dei propri prodotti. Non solo, oltre alla conferma di questa già ben nota disomogeneità di ricaduta, il DL 113/2016 presenta anche altri elementi di criticità, tra i quali palesi errori di calcolo dei dati e tempi eccessivamente contingentati, che non permettono alle aziende di programmare ed individuare la migliore strategia di azione”.
 
“Quando è stato previsto il ripiano a carico delle imprese per una quota pari al 50% dello sfondamento, si è fatta una scelta che rappresentava di fatto una vera e propria tassa sulla Ricerca e Sviluppo -  afferma Riccardo Palmisano Presidente di Assobiotec – I dati che emergono da questo DL confermano, se ce ne fosse ancora bisogno, che ad essere fortemente penalizzate sono le realtà che vantano un portafoglio di farmaci altamente innovativi per la cura di patologie gravi. E a tutto ciò si aggiunge l’aggravante di colpire quella parte di spesa, l’ospedaliera, che risulta essere la più controllata e certamente la più appropriata dell’intera spesa sanitaria, alla luce di meccanismi quali i piani terapeutici, i registri, i meccanismi di payment by result e altro ancora”.
 
“Da queste stime ci sembra evidente che le aziende chiamate a contribuire al ripiano sono anche quelle che rappresentano il maggiore potenziale di sviluppo economico per il Paese - aggiunge Palmisano  - Una situazione che rischia di vanificare tutti gli sforzi che riconosciamo essere stati sin qui compiuti dal Governo che ha incontrato, nel corso degli ultimi mesi, i vertici italiani e internazionali delle aziende bio-farmaceutiche per cercare di attrarre in Italia investimenti in ricerca, sviluppo e produzione innovativi. Ora, questo DL, rischia di far fare un nuovo passo indietro alla credibilità e all’attrattività del nostro Paese con evidenti potenziali ricadute sia sul PIL sia sull’occupazione qualificata. E sarebbe un vero peccato visto che il biotech farmaceutico in particolare, rappresenta un volano della crescita economica, con un fatturato di 9,4 miliardi di euro, il 25% dei quali sono in media destinati agli investimenti in Ricerca e Sviluppo.”
 
Per Assobiotec, si aggiunge inoltre “il disappunto di vedere che dopo più di un anno e mezzo di interazione positiva, trasparente e costruttiva con le Istituzioni, che lasciava intravedere la possibilità di avviare un vero dialogo sulla compensabilità fra il rinnovo della richiesta di payback e la definizione di una nuova Governance della spesa farmaceutica, adesso arrivi solo la richiesta di pagare senza che alcuna discussione concreta sul tema Governance sia aperta al tavolo di lavoro”.
 
“Quello a cui oggi ci troviamo di fronte – conclude Palmisano - è solo una pressante richiesta di pagamento accompagnata da una totale incertezza sul futuro già a partire dalla spesa farmaceutica del 2016. Come hanno recentemente concordato sia il Ministro Lorenzin che il Sottosegretario De Vincenti è fondamentale affrontare la questione della definizione di una nuova Governance che deve prima di tutto essere sufficientemente finanziata. Si tratta di una misura assolutamente improcrastinabile anche in considerazione di previsioni di ripiano per i prossimi anni in costante crescita. Solo così si potrà superare l’ottica del breve periodo e consentire al settore uno sviluppo che sia in linea tanto con le esigenze delle Aziende che investono in Ricerca e Sviluppo quanto con i bisogni di salute della popolazione Italiana. Credo che i primi segnali di sospensive sul pagamento del payback che stanno arrivando in queste ultime ore rappresentino un elemento importante su cui riflettere e lavorare per una rivalutazione del meccanismo stesso, ma anche uno spunto per dare finalmente avvio ad una nuova governance della spesa farmaceutica, soprattutto ospedaliera, che possa contare sulle necessarie risorse. L’industria non si tira indietro a fare con responsabilità la propria parte, consapevole dell’importanza di garantire la sostenibilità dei conti pubblici, ma non può accettare la penalizzazione dell’innovazione e la mancanza di certezze per il futuro”.  

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