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Martedì 02 AGOSTO 2016
Campania. M5S: “Su nomine sanità vietato disturbare De Luca”

Questo il commento dei deputati della commissione Affari Sociali e dei consiglieri campani del M5S, a seguito della decisione di Palazzo Chigi di non impugnare la Legge regionale che consente al governatore di nominare direttamente i Dg delle Asl, "nonostante i principi del provvedimento siano in contrasto con il Dpcm appena approvato".

“Chiediamo alla presidenza del Consiglio e al Ministero della Salute di comunicare ufficialmente a noi e ai cittadini campani quali siano le motivazioni alla base della decisione di Palazzo Chigi di non impugnare la legge regionale approvata dal Consiglio Regionale della Campania lo scorso 31 maggio, relativa alle nomine dei direttori generali delle aziende ospedaliere e sanitarie. Una legge rispetto alla quale l’M5S ha rilevato profili di incostituzionalità: parere confermato nella sostanza dal ministero della Salute che, da noi interpellato, aveva ravvisato elementi di illegittimità”. Così i deputati M5S in commissione Affari Sociali e i consiglieri regionali campani del MoVimento 5 Stelle commentano l'interrogazione a prima firma Silvia Giordano, "ultimo dei numerosi atti che abbiamo presentato in Parlamento e in Consiglio Regionale al fine di denunciare e chiedere di sanare questo inaccettabile atto d'imperio".

“lo scorso 28 luglio - aggiungono -, nello stesso giorno in cui il Consiglio dei ministri dava il via libera definitivo al Decreto che ridefinisce criteri per la nomina dei manager in sanità, Palazzo Chigi rendeva noto di non avere intenzione di ricorrere contro la Legge regionale della Campania. Una Legge - ricordano - attraverso la quale il governatore, Vincenzo De Luca, potrà nominare direttamente i Direttori generali delle Asl, sopprimendo il secondo livello di valutazione, che prevede un avviso pubblico volto ad acquisire le candidature dei soggetti in possesso dei requisiti professionali. Nessun merito, nessuna trasparenza: l’unica regola è che De Luca comanda, sceglie, decide".

"Rispetto a tutto questo il presidente del Consiglio, che fino all’8 agosto avrebbe potuto far valere il diritto di impugnare quella Legge, ha deciso di restare in silenzio e di non creare problemi al suo collega di partito, lasciandolo libero di gestire d’imperio nomine così importanti e delicate. Quello stesso Renzi che - concludono -, sempre il 28 luglio, salutava il via libera al decreto con queste parole: “Mai più sanità e gestione della sanità in mano alla politica peggiore, con un meccanismo per cui si sceglie la qualità”.

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