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Martedì 31 MAGGIO 2011
Lazio. Sventata minaccia sciopero della medicina generale

Si è concluso questa mattina, in extremis, il braccio di ferro tra Smi Lazio, Intesa Sindacale e Regione, con la presentazione di due Decreti Commissariali che sanciscono il pagamento delle indennità, per circa 10 mln di euro, a conguaglio per quei medici già partecipanti dal dicembre 2009 alle forme organizzative Ucp. Stabilito, inoltre, un finanziamento di 36 mln di euro per tutto il 2011 e l’ampliamento del periodo di validità per un anno della ricetta per prestazioni diagnostiche.

Sventato questa mattina, in ‘zona Cesarini’, il rischio di sciopero annunciato dallo Smi Lazio e Intesa Sindacale (Cisl-Medici, FpCgil-Medici, Simet, Sumai), grazie alla presentazione di due Decreti Commissariali che hanno riconosciuto le richieste avanzate in questi mesi dai camici bianchi.
I due atti amministrativi riguardano il riconoscimento delle forme associative di Mmg e le unità di cure primarie (Ucp), per le quali i medici percepiranno circa 10 mln di euro di indennità arretrate, dal dicembre 2009 fino al 31 dicembre 2010, e oltre 36 mln di euro di finanziamenti per tutto il 2011. Una cifra pari a circa 8,6 euro per abitante residente. Ampliato inoltre per un anno il periodo di validità della ricetta per prestazioni diagnostiche: dalla compilazione della stessa alla data di erogazione della prestazione.
Infine, sono state concordate in via interlocutoria le modalità di attivazione delle linee Adsl che la Regione metterà a disposizione dei Mmg. Dal prossimo 10 giugno BT e Fastweb inizieranno a prendere i contatti per gli allacci delle linee. Dal 15 giugno, invece, comincerà in via sperimentale, grazie alla collaborazione di 50 medici, la messa a punto del programma gestionale Sismed con l’utilizzo della cartella clinica realizzata da LAit. I sindacati hanno auspicato in tal senso che, entro il prossimo settembre, possa essere messa definitivamente a punto la piattaforma informatica comune.

Il segretario generale Smi Lazio, Gian Marco Polselli, nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare le posizioni dei sindacati, ha definito il risultato “una conquista importante”. “Ora ci aspettiamo che le decisioni future, da parte della Regione, siano prese con un modus operandi più collegiale, a cominciare proprio da quei progetti di medicina territoriale che evidenziano quel ruolo centrale che andrà sempre più ad assumere il medico di medicina generale all’interno del sistema sanitario”. Soddisfatto del risultato ottenuto anche il presidente regionale Snami Lazio, Giuseppe Di Donna, che, dopo “gli atteggiamenti impositivi fuori luogo portati avanti negli ultimi mesi da Governo e Regione”, auspica per il prossimo futuro un'organizzazione della medicina territoriale che non venga a “gravare unicamente sulle spalle del medico di medicina generale, ma che tenga conto delle nostre proposte organizzative, prendendo seriamente in considerazione anche tutte quelle carenze formative che devono essere affrontate in maniera adeguata”.
 
Giovanni Rodriquez

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