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Mercoledì 01 GIUGNO 2011
Cancro della prostata: efficace abiraterone acetato 

Pubblicati oggi sul New England Journal of Medicine i risultati di un trial clinico: il farmaco incrementa significativamente la sopravvivenza complessiva nei pazienti affetti da carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione.

I pazienti affetti da cancro alla prostata metastatico sottoposti a chemioterapia e trattati successivamente con abiraterone acetato associato a prednisone presentano un aumento della sopravvivenza complessiva rispetto ai pazienti trattati con placebo e prednisone. È questo il risutato di uno studio di Fase III randomizzato i cui risultati sono stati pubblicati oggi sul New England Journal of Medicine.
L’abiraterone acetato è un inibitore della biosintesi degli androgeni che agisce attraverso l’inibizione selettiva dell’enzima complesso CYP17. Gli androgeni favoriscono lo sviluppo e il mantenimento dei caratteri sessuali maschili, ma che nel cancro alla prostata possono stimolare la crescita tumorale. Se, infatti, la produzione di androgeni avviene generalmente nei testicoli e nelle ghiandole surrenali, nel carcinoma prostatico, il tessuto tumorale si inserisce come ulteriore fonte di rilascio degli stessi.
Lo studio ha incluso 1.195 pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, che erano stati precedentemente trattati con una o due linee di chemioterapia, di cui almeno una contenente docetaxel.
A un follow-up mediano a 12,8 mesi, la sopravvivenza complessiva nei gruppi trattati con abiraterone acetato in associazione a prednisone era di 14,8 mesi verso 10,9 mesi in quelli trattati con placebo e prednisone (corrispondente ad un incremento del 36% della sopravvivenza media). Il trattamento ha anche determinato una riduzione del 35% del rischio di morte rispetto al placebo. Il trial ha inoltre evidenziato che, nonostante l’età avanzata e la fragilità della popolazione trattata, i pazienti hanno manifestato un alto livello di compliance alla terapia con abiraterone acetato e gli effetti collaterali risultavano tollerabili e reversibili. Gli uomini in trattamento con abiraterone acetato, inoltre, hanno mostrato miglioramenti rilevanti anche negli endpoint secondari: il tempo di progressione del PSA e la sopravvivenza libera da progressione radiologica della malattia si sono allungati rispettivamente del 58 e del 67 per cento.
“Consapevoli del fatto che per gli uomini con carcinoma prostatico metastatico avanzato esistano poche alternative terapeutiche, siamo lieti di apprendere i risultati di questo accurato studio che dimostra come abiraterone acetato possa prolungare la loro vita”, ha affermato Johann S. De Bono, dell’Institute for Cancer Research del Royal Marsden NHS Foundation Trust.  “Lo studio - ha concluso De Bono - indica che il farmaco ha un enorme potenziale per soddisfare un significativo bisogno clinico, che riguarda sia i pazienti affetti da cancro prostatico, sia le loro famiglie”. 

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