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Lunedì 19 SETTEMBRE 2016
Oggi sposi! Auguri. Ma attenzione l’omofobia sanitaria c’è ancora



Gentile direttore
il primo medico gay ad accedere alle Unioni Civili in Italia non poteva che essere Pierpaolo Parogni, del '64, già noto alle cronache per la sua militanza e il suo congedo da ufficiale medico per amore di Gabriele Merli, del '73, musicista, con cui conviveva da diciassette anni. 
Il collega si è sempre distinto, prima a Poma poi a Mantova per la sua disponibilità e professionalità, attivando un progetto di successo per i disabili gravi, il progetto Delfino.

Trovate qui http://crossingstories.it/2016/09/15/pierpaolo-e-gabriele/ i dettagli di questa storia d'amore straordinaria ma trovate qui, in questa lettera, il mio dubbio e il mio disincanto.

Bisogna essere medici straordinari per fare Coming Out? Bisogna avere la fortuna di trovare o essere un principe azzurro per poter vivere la propria affettività in pubblico tra colleghi e pazienti? 

Io continuo ogni tanto a ricevere telefonate e confessioni di medici terrorizzati, umiliati sul posto di lavoro o in grave crisi di coscienza. La maggior parte dei colleghi Lgbt semplicemente mi evita perché parlarmi implica la loro omosessualità che non può essere svelata. 
Io non posso che augurare ogni bene possibile alla nuova famiglia unita civilmente a Modena, ma devo ancora ricordare che per il SSN e per le Facoltà di Medicina, noi siamo ancora malati di mente o comunque disprezzabili, magari con un 'dottoressa' marcato in pubblico o in privato da parte di un infermiere o di un collega. 

La sorte peggiore ch'io sappia tocca alle colleghe lesbiche, costrette alla flagellazione pubblica perché non sono e non saranno madri. Alcune si sentono inutilmente in colpa e confondono la loro forza di volontà con un'eccessiva aggressività, la loro identità libera con una mancanza di femminilità. Sappiamo benissimo che molte donne lesbiche girano l'Europa per avere figli con l'inseminazione eterologa, loro vietata in Italia, ma come per l'accesso alle Unioni Civili, occorre fare Coming Out per accedere ai diritti civili.

Il mio dubbio permane lo stesso. Il Ministro Lorenzin o la Presidente Chersevani faranno pubblicamente gli auguri a Pierpaolo Parogni e Gabriele Merli, affermando pienamente il diritto di ogni medico di vivere liberamente la propria vita a sostegno del necessario Coming Out e allo scopo di contrastare attivamente l'omofobia sanitaria? 

È decoroso per un medico fare Coming Out ed emanciparsi dalla generale cultura omofoba? 

Insomma Auguri ma attenzione, in Italia c'è ancora la diagnosi medica di omosessualità egodistonica, intorno alla quale ruota in ogni caso il disprezzo, l'omofobia sanitaria, il terrore della maggioranza dei medici di fare Coming Out e tutta l'oscena baracconata delle Terapie Riparative e del Family Day... 

Manlio Converti 
Psichiatra 
Attivista Lgbt 

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