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Venerdì 23 SETTEMBRE 2016
Professioni sanitarie. Medici e dentisti tra i più “attenti” alla disciplina. Loro il maggior numero di ricorsi alla Cceps

Seguono i farmacisti (13%) i veterinari (7%), gli iscritti all'Ipasvi (2%). A fornire tutti i dati numerici sui procedimenti disciplinari è stato, questa mattina a Verona nel seminario della Commissione Albo Odontoiatri Fnomceo, e il Ministero della Salute, per voce di Maria Teresa Camera, Dirigente della Direzione Generale delle Professioni Sanitarie e Segretario della CCEPS per il quadriennio 2011-2015.

Sono soprattutto i medici e gli odontoiatri a fare ricorso alla CCEPS, la Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie, a seguito di irrogazione delle sanzioni da parte delle commissioni disciplinari del proprio Ordine provinciale. Di tutte le decisioni della CCEPS sui ricorsi di questo tipo nel quadriennio 2011-2015, infatti, il 44% riguarda medici, il 34% odontoiatri. Seguono i farmacisti (13%) i veterinari (7%), gli iscritti all'Ipasvi (2%). Percentuali che non per tutte le categorie sono proporzionali al numero di iscritti ai relativi Albi: del milione circa di professionisti sanitari, infatti, il 42% sono medici e odontoiatri (la proporzione è di circa un odontoiatra ogni cinque medici); 42% Ipasvi; 9% farmacisti; 3% veterinari; 2% Tecnici sanitari di radiologia medica; 2% ostetrici.
 
A fornire tutti i dati numerici sui procedimenti disciplinari è stato, questa mattina a Verona nel seminario della Commissione Albo Odontoiatri Fnomceo, il Ministero della Salute, per voce di Maria Teresa Camera, Dirigente della Direzione Generale delle Professioni Sanitarie e Segretario della CCEPS per il quadriennio 2011-2015.
 
Il 42% delle sanzioni irrogate dalle Commissioni Albo Odontoiatri verso le quali i professionisti fanno ricorso sono per prestanomismo e abusivismo. Spalmandola su tutti gli Ordini e Collegi, la percentuale scende al 16%: il dato può essere indicativo del fatto che questi fenomeni affliggono soprattutto la professione odontoiatrica.
 
"Questi dati, che - come da noi sempre dichiarato - sono di competenza del Ministero della Salute, vanno attentamente contestualistati e interpretati - è il commento del Presidente CAO nazionale, Giuseppe Renzo -. Una percentuale così grande di ricorsi potrebbe intanto essere dovuta al fatto che gli Odontoiatri svolgono per la maggior parte la libera professione e, dunque, una sospensione o interdizione crea anche un danno economico. La seconda ragione potrebbe essere, è vero, che le commissioni disciplinari della CAO comminino un maggior numero di sanzioni rispetto a quelle di altre commissioni. Ma anche in questo caso, la deduzione diretta non sarebbe che gli Odontoiatri 'delinquano' più di altri professionisti. Anzi, sarebbe un dato di cui andare orgogliosi, perchè indice di qualità del sistema di controllo".
 
"La professione oggi va ripensata e rideclinata - aveva affermato Renzo, in apertura del Seminario-. La libera professione è da intendersi come attività di professione libera, in senso etico e morale e deontologico. Sono 62.000 oggi i liberi professionisti e líindotto che ne nasce è enorme. Le ricadute di questo sistema di lavoro coinvolgono tutto il tessuto sociale. Per tale ragione la nostra prospettiva non sono i servizi erogati, i prodotti commerciali: noi non siamo imprese commerciali. L'odontoiatria italiana è una delle migliori al mondo e c'è un reale impegno anche di fronte ai bisogni della popolazione, come nel caso dell'odontoiatria sociale. L'impegno delle commissioni di disciplina è vigilare sul comportamento dei professionisti e queste commissioni sono allertate per la tutela della salute dei cittadini, per valorizzare e non per boicottare professione e professionisti".
 
I lavori - che sono proseguiti con le relazioni di Marco Poladas, responsabile Ufficio Legale Fnomceo, Marco Schinaia, Magistrato, Domenico De Leo, professore di Medicina Legale - continueranno nel pomeriggio con il Seminario su casi specifici e si concluderà con una Tavola Rotonda.

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