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09 OTTOBRE 2016
Allarme della Cgil: “Metà dei medici ha più di 55 anni. Serve subito un rinnovo generazionale”

“Siamo di fronte a un vero e proprio boom di medici anziani nel Ssn”. Colpa del blocco del turn over e dell’aumento dell’età pensionabile. Per il sindacato vanno sbloccate le nuove assunzioni in base a dati di fabbisogno oggettivi a livello nazionale che tengano però conto delle esigenze locali. E poi va risolto definitivamente il precariato anche con l’istituzione della laurea abilitante. LO STUDIO DELLA CGIL MEDICI

La metà dei medici del Servizio sanitario nazionale ha oltre 55 anni. Ben oltre 55 mila camici bianchi su un totale di circa 110 mila complessivamente impegnati negli ospedali e nei servizi territoriali del servizio sanitario.
 
È quanto risulta da uno studio condotto dalla Fp Cgil Medici su dati del Conto annuale dello stato dal quale emerge che, tra il prolungato blocco del turn over e l'aumento dell'età pensionabile, sono maggioranza i camici bianchi oltre i 55 anni nelle corsie degli ospedali.

Dalla rilevazione condotta si registra che “siamo di fronte ad un vero e proprio boom di medici anziani. Se dal nostro studio risultavano al 2014 il 48,9% di medici con oltre 55 anni di età, la proiezione del trend sul 2016, tra blocco del turn over e aumento dell'età pensionabile, porta la percentuale ben oltre il 50%, ovvero un medico su due”.
 
Secondo il segretario nazionale della Cgil Medici, Massimo Cozza, “è ora di mettere la parola fine al blocco del turn over, anche nelle regioni sottoposte ai piani di rientro”.

Per Cozza, inoltre, “chi va in pensione deve essere sostituito e il precariato va stabilizzato, se rientrano nel fabbisogno necessario a garantire i Livelli essenziali di assistenza. Questo deve valere in primo luogo per i medici, ma anche per il restante personale del servizio sanitario, a partire dagli infermieri”.
 
Infatti, sempre in merito all'aumento dell'età media, lo studio sottolinea come rispetto all'ultimo anno disponibile “oltre il 20% dei medici del Ssn avevano già una età di oltre 60 anni e 2.142 (1,9%) con oltre i 65 anni di età”. Un unicum nel panorama pubblico.
 
“Il risultato - si legge - è ancor più eclatante se raffrontato all'età oltre 55 anni di tutti i dipendenti del Pubblico Impiego, che nel 2014 raggiungeva il 30,6% (31,3% nel Ssn) a fronte del 48,9% dei medici”.

Lo studio passa poi in rassegna le criticità dettate dall'avere una tale platea di medici anziani, tra queste “l'effetto prodotto dai turni massacranti, insieme alle capacità fisiche e mentali, sulla qualità del servizio offerto, in particolare nei Pronto Soccorso”.
 
Così come “l'impossibilità di trasmettere conoscenze ai giovani medici in ragione del blocco del turn over”. Per arrivare a processi di “demotivazione e frustrazione legati in parte ai tagli al fondo sanitario e in parte al mancato rinnovo del contratto da oltre sette anni”.
 

 
Ma oltre le criticità ci sono in parallelo le proposte della Fp Cgil Medici. Prima di tutto la  necessità di avere i dovuti finanziamenti per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, a partire da almeno 113 miliardi nel 2017.
 
Poi – spiega la Cgil - va individuato il fabbisogno di personale in base a criteri oggettivi, definiti a livello nazionale, tenendo delle diverse esigenze regionali, e va programmato un piano straordinario di assunzioni.
 
E ancora, va sbloccato il turn over in tutte le Regioni, anche per realizzare quel cambio generazionale fondamentale, fino ad oggi solo annunciato e poi dimenticato.
 
Come va superato il precariato medico, e più in generale in sanità, con risorse mirate e subito istituita la laurea abilitante e messi a concorso tutti posti necessari per la scuole di specializzazione.
 
Ma anche il nuovo contratto deve essere definito quanto prima, con le necessarie risorse nella legge di stabilità, per definire, in primo luogo, nuovi criteri per i turni di guardia e le reperibilità, a partire dalla notte, e nuovi percorsi professionali, da valorizzare anche a fronte dei tagli drastici delle strutture complesse e semplici, che hanno visto un progressivo vulnus alle carriere, sopratutto dei medici più anziani.

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