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Venerdì 14 OTTOBRE 2016
La Vertebroplastica e gli studi che ne mostrano l’evidenza clinica



Gentile direttore,
la vertebroplastica (VP) è una tecnica in uso da molti anni per il trattamento dei crolli vertebrali sia porotici o neoplastici o traumatici, al fine della riduzione della sintomatologia dolorosa di tali pazienti nonché per la stabilità vertebrale.

Tuttavia nel 2009 sono stati pubblicati i 2 ben noti trial randomizzati su una rivista medica prestigiosa (New England Journal of Medicine) che avevano posti seri dubbi sulla efficacia  terapeutica della VP nel trattamento delle fratture da osteoporosi.

Questi trial, seppur caratterizzati da numerosi bias nei criteri di inclusione ed esclusione dei pazienti così come delle modalità di imaging pre-trattamento, avevano spesso condizionato e minato la credibilità del trattamento rispetto al trattamento medico; anche recentemente su un quotidiano nazionale tale tecnica era stata presa ad esempio tra quelle procedure che vengono eseguite in campo medico senza avere la evidenza scientifica del trial randomizzato.
 
Premesso che in alcuni settori è particolarmente complesso eseguire tali tipi di studi (per esempio nella valutazione dei pazienti affetti da ernia discale è complesso valutare la efficacia terapeutica di una procedura mini-invasiva rispetto alla storia naturale), è stato nelle settimane scorse pubblicato su Lancet lo studio VAPOUR , pubblicato da un gruppo di colleghi australiani che hanno evidenziato la superiorità del trattamento con VP nelle fratture porotiche rispetto alla storia naturale. Lo studio è stato effettuato su 121 pazienti , 61 assegnati alla VP e 60 al placebo con anestetico locale.

Già a distanza di poche settimane di distanza dal trattamento c’è stata evidenza di un netto miglioramento della sintomatologia dolorosa nel gruppo che aveva eseguito la VP (44%) rispetto al controllo (22%); tale miglioramento è aumentato al controllo a 6 mesi.

Lo studio ha anche evidenziato che il trattamento medico non è scevro da rischi di complicanze neurologiche severe quali la compressione midollare, avvenuta in 2 casi del gruppo trattato con la sola terapia medica.

Lo studio ha anche evidenziato che il miglior beneficio lo hanno ottenuto pazienti affetti da crolli al passaggio toraco-lombare e che il rischio di nuove fratture a metameri adiacenti è uguale a quello della storia naturale.

Ultima considerazione dello studio è sui benefici economici sul sistema sanitario nazionale che vede nettamente ridursi i giorni di ospedalizzazione per tali pazienti. Un doveroso ringraziamento al lavoro svolto dal gruppo di W. Clark e coll.

Mario Muto
Primario di Neuroradiologia interventistica
Azienda ospedaliera Cardarelli – Napoli

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