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Mercoledì 15 GIUGNO 2011
Manovra economica. L’Anaao avverte: “Non penalizzare medici e Ssn”

Il Sindacato è preoccupato per le anticipazioni riportate dalla stampa sulla prossima manovra economica “che penalizzerebbe fino all’accanimento i medici e i sanitari dipendenti del Ssn prevedendo un ulteriore blocco dei contratti per il biennio 2013/2014” e che secondo l’Anaao “potrebbe portare ad una perdita di potere d’acquisto per camici bianchi e operatori del Ssn tra il 15 e il 20%”.

L’Anaao-Assomed ha fatto una stima delle possibili conseguenze che avrebbe la manovra. “Mettendo insieme le penalizzazioni – si legge in una nota - a carico della categoria e cioè blocco contrattuale, congelamento degli stipendi, prelievo forzoso, scippo dell’esclusività di rapporto e della RIA (retribuzione individuale di anzianità), si può ipotizzare una perdita secca del potere d’acquisto dei medici e sanitari dipendenti del Ssn tra il 15 e il 20% entro il 2014. Questa volta non ci mettono le mani in tasca solo perché ci riducono in mutande”.
“Se c’è l'esigenza di rimettere in ordine i conti pubblici - specifica il segretario nazionale dell’Associazione Costantino Troise - non possono essere sempre i soliti noti, e con molteplici modalità, a pagare. Ancora una volta il pubblico impiego viene additato come causa del dissesto dei conti e poi usato come un bancomat dello Stato”. Per Trose, però “nessuna manovra correttiva può essere considerata equa se salvaguarda rendite finanziarie, evasione fiscale e privilegi per penalizzare il lavoro, tantomeno quello dei medici e sanitari del Ssn chiamati a tutelare, in condizioni sempre più gravose e rischiose, un bene costituzionalmente garantito quale il diritto alla salute dei cittadini. La parcella della cattiva gestione della politica viene messa in conto a chi è impegnato per servizi migliori e meno costosi”. Il rischio paventato dal segretario Anaao è quello di un impoverimento del servizio pubblico per valorizzare il privato. “Tale pesantissima, iniqua ed ingiustificata penalizzazione - conclude Troise - insieme all’esodo pensionistico dei medici e sanitari pubblici, porterà il Servizio sanitario nazionale ad un “impoverimento” complessivo, dalle ricadute imprevedibili e pericolose per la sua stessa tenuta. Ma non è escluso che anche questo rientri tra gli obiettivi di tutti coloro che non perdono occasione per declamare la necessità di un secondo pilastro sanitario, quello privato”.

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