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23 OTTOBRE 2016
La mamma che allatta al seno al tempo di internet? Straniera e laureata

Nicoletta Bucci, pediatra Simpef: "Le donne non italiane, per educazione culturale e maggiore adattamento alla fatica, hanno maggiore propensione a decidere per l'allattamento naturale". E' uno dei dati emersi dalla ricerca di Simpef e Arp che ha interrogato 3700 mamme lombarde.

Duecentotrentasei pediatri coinvolti, tremilasettecento mamme lombarde "interrogate" (mille e cinquecento a Milano) in una question time durata più di 3 anni, quanto è durata la ricerca di Simpef (Sindacato Medici Pediatra di Famiglia) e Arp (Associazione per la ricerca in psicologia clinica) su mamme e alimentazione nel primo anno di vita.
 
E i dati che escono da questo studio portano alla luce innanzitutto che al tempo di internet chi decide sin dall'inizio di dare al proprio bambino il proprio latte e non affidarsi a quello artificiale, è con numeri significativi una donna di nazionalità straniera: "Per tradizione culturale e maggiore adattamento alla fatica, abbiamo rilevato che le donne di nazionalità non italiana decidono sin dall'inizio di allattare al seno e portano avanti sino alla fine questo proposito materno" spiega Nicoletta Bucci, pediatra Simpef. "Inoltre - aggiunge - la forbice della fetta percentuale delle mamme che allattano al seno si allarga in maniera consistente quando ci troviamo di fronte a mamme di nazionalità italiana con un grado di scolarità elevata, quindi laureate".
 
Il 13% delle mamme dice di non aver ricevuto informazioni nei punti nascita riguardo i vantaggi dell'allattamento al seno. I relatori della ricerca hanno messo in evidenza come un 13% di mamme intervistate abbia dichiarato di non avere ricevuto alcuna informazione al punto nascita circa i vantaggi dell'allattamento al seno. "Un dato sorprendente - dicono gli estensori dello studio - perché il numero percentuale dovrebbe essere pari a zero, cioè in tutti i punti nascita devono essere erogate queste informazioni. Riteniamo - aggiunge la dottoressa Bucci - che forse questo dato sorprendente deve forse essere interpretato alla luce di un ascolto superficiale assunto dalla mamma nel momento della ricezione di informazioni". L'altro elemento che ha fatto riflettere gli studiosi è stato il responso dato dal 16% del campione intervistato che ha definito come un fallimento il passaggio dall'allattamento al seno a quello artificiale: "molte mamme si sentono delle fallite di fronte a questa eventualità e questo stato d'animo può avere delle ripercussioni negative sul percorso alimentare del bambino".
 
Ansie e paure: il sommerso di una tranquilla relazione madre-figlio. "Le mamme si affidano ma spesso non si confidano con i pediatri - racconta ancora Bucci - con questa ricerca abbiamo portato alla luce il sommerso che a volte si nasconde dietro l'apparente tranquilla relazione madre-figlio". Mamme insicure, ansiose oltremisura, influenzate negativamente dal giudizio che su di loro viene espresso dal coniuge o dai famigliari di lui. "Molte mamme hanno ammesso, dopo alcune situazioni anomale che avevamo notato, di sentirsi inadeguate, sotto stress, inutili, tristi e sole e di non riuscire a sentirsi all'altezza del compito: questo a seguito di opinioni negative di cui erano state fatte oggetto. Sulla compromissione di un sereno percorso alimentare gravano quindi a volte i cattivi consigli o le credenze inappropriate di chi gravita nell'ambito famigliare o nelle immediate vicinanze affettive".
 
Mamme 'cyber' e l'attaccamento a internet.  Il 97% delle mamme si connette ogni giorno ad internet e lo fa svariate volte. Il pediatra a portata di click per reperire in pochi secondi la soluzione al problema improvvisamente sorto: il bimbo che non smette di piangere pur essendo ancora attaccato al seno o un improvviso rossore in volto, un rigurgito di troppo o un'inattesa ingordigia, il web corre in soccorso delle mamme "cyber". "Sono mamme tecnologiche che fanno ampio uso di tutti i dispositivi che consentono l'accesso a internet e quindi al fabbisogno di sapere necessario alla risoluzione del problema occasionale".  

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