quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 24 OTTOBRE 2016
Avezzano. Endoscopia digestiva, in arrivo nuovo esame non invasivo con video-capsula

Una compressa di pochi millimetri con telecamera, ingerita dal paziente, esplorerà i tratti meno accessibili con il test ordinario. Annunciato anche un nuovo test per diagnosticare altri disturbi molto diffusi, come il gonfiore.

Si ingerisce una video-compressa che ‘filma’ l’intestino e consente allo specialista di esplorare i tratti meno accessibili per rilevare eventuali lesioni, senza traumi né introduzione di sonde. E’ la tecnica che attiverà, nei prossimi mesi, il reparto di endoscopia digestiva chirurgica dell’ospedale di Avezzano, in linea con l’alto standard di qualità, testimoniato dalla certificazione Iso 9001- 2008, ottenuta nel 2014 e confermata, nei giorni scorsi, per il prossimo triennio. “E’ l’unico reparto della disciplina, in Abruzzo, a fregiarsi del prestigioso ‘marchio’”, evidenzia una nota della Asl 1 Abruzzo che annuncia la nuova tecnica. “Un attestato di efficienza che viene conferito da organismi internazionali, a seguito di verifiche continue e rigorose sull’adozione di protocolli e percorsi di alta qualità nell’erogazione della prestazioni”.

La Asl evidenzia comunque che l’esame dell’intestino video capsulare, eseguito tramite l’ingestione di una compressa di pochi millimetri, “non è un’alternativa alla endoscopia tradizionale, che resta dunque indispensabile per indagare l’intestino, bensì un approfondimento che permette di esplorare quelle parti dell’apparato digerente meno accessibili all’esame ordinario”.

L’introduzione della metodica video capsulare verrà avviata nei prossimi mesi, dopo la formazione del personale e la messa a punto delle procedure, con l’uso di un software ad hoc.

“Il mantenimento degli ottimi livelli di qualità del reparto, insieme all’avvio di nuovi esami e al continuo potenziamento della dotazione tecnologica - dichiara il Manager Rinaldo Tordera - vanno nell’ottica di un costante miglioramento delle prestazioni a beneficio dell’utenza”.

Tutta l’attività del reparto, diretto dalla dr.ssa Iole Palladini, è codificata: il paziente, non appena vi mette piede, viene preso in consegna dal personale e guidato in percorsi prestabiliti. L’utente dà il consenso alla privacy con la firma digitale, indossa rigorosamente i calzari per entrare e poi viene accompagnato, a seconda delle esigenze, nelle due sale endoscopiche, in sala risveglio (se c’è sedazione), nella sala per ecografie, nello spazio delle visite oppure dove si effettuano i breath test  per lo studio dell’infezione da helicobacter  pilory o delle intolleranze alimentari.

Vi sono spogliatoi per gli utenti, servizi igienici distinti per personale e pazienti, bagni per i diversamente abili.

Al termine dell’esame, all’utente viene consegnato un dischetto contenente l’esito dell’accertamento appena fatto e quello dei test precedenti.

La Asl annuncia poi che a fine anno Endoscopia introdurrà un’altra novità, relativa al breath test: “Si tratta di un accertamento aggiuntivo e più specifico che consentirà di trattare i disturbi, molto comuni e diffusi, legati al gonfiore di stomaco e ai disagi dovuti a intestini cosiddetti ‘pigri’. La nuova analisi al lattulosio, consentirà di rilevare  contaminazioni batteriche e servirà in particolare a valutare i tempi di transito del cibo all’interno dell’intestino  e  a predisporre una terapia mirata”.

Secondo i dati diffusi dalla Asl, il reparto effettua circa 10.000 esami l’anno, di cui 3.000 gastroscopie, "esame che ha tempi di attesa al massimo di una settimana mentre, per le colonscopie senza sedazione profonda, si attendono al massimo 15 giorni". Nel reparto si eseguono anche esami di ecoendoscopia lineare e radiale per l’approfondimento diagnostico in caso di patologia digestiva  ed esami ecografici gastrointestinali con utilizzo di un ecografo di ultimissima generazione.

“Endoscopia – sottolinea la Asl in conclusione - dispone, ormai da 4 anni, di una sofisticata attrezzatura, chiamata laser olmio, che permette di eliminare i calcoli biliari di grandi dimensioni senza taglio chirurgico”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA