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Lunedì 07 NOVEMBRE 2016
Niente incarichi pubblici elettivi per i pensionati. Speriamo sia la volta buona



Gentile direttore,
risulta sgradevole quando qualcuno esclama “..io l’avevo detto!,, specie se questi rammenta di aver immaginato e quasi tracciato un percorso innovativo, audace (e anche Virtuoso? Ardito? Praticabile?). Suona veramente male ma, pazienza, mi tocca doverlo fare. A cosa mi riferisco?

Riavvolgo il nastro al 2 Ottobre del 2011: l’Enpam, in un questionario, chiede alle Associazioni sindacali un parere su quella che potrà essere la struttura organizzativa della Fondazione che si appresta a rinnovare lo Statuto. Arditamente, ma con il dovuto tatto nei confronti dei meno giovani, come Associazione Italiana Odontoiatri azzardiamo “…. Requisito essenziale dei  membri del Consiglio Nazionale dovrebbe essere lo status di non-pensionamento durante tutto l'incarico. Requisiti del Consiglio di Amministrazione: competenza degli uomini, status di non pensionamento degli addetti, riduzione del numero, incompatibilità con la carica…”  Visionari, coniamo il termine d’iscritto attivo per indicare il requisito saliente di Chi si appresterà a ricoprire incarichi nel nostro Ente di Previdenza.

Naturalmente il testo dello Statuto licenziato non accolse il suggerimento. Anzi, la necessità di rappresentare le istanze dei “senior” fu resa ancor più evidente con la creazione dell’Osservatorio pensionati. Inascoltato affermai, convocato in Enpam, che i pensionati erano già abbondantemente rappresentati e snocciolai dati anagrafici dei Presidenti di Ordine di 5 Regioni. Le ragioni di quello che potrebbe sembrare un accanimento gratuito e ingrato verso le generazioni meno giovani? Tutte già scritte e certificate nelle molteplici riflessioni fatte durante la precedente e anch’essa epocale riforma: quella che regola la contribuzione, vero discrimine tra le diverse generazioni, tanto necessaria per la stabilità quanto profondo solco tra pensionati/pensionandi soddisfatti e futuri pensionati annaspanti!

Veniamo ad oggi, un oggi che inizia 2 anni fa con l’art. 6 della riforma della Pubblica Amministrazione che contiene il divieto di conferire incarichi dirigenziali, direttivi, di studio e di consulenza a pensionati. Ebbene, dopo questi 2 anni di italico traccheggiamento sui reali destinatari del provvedimento - i soli nominati o anche gli eletti? – tale atto d’indirizzo sembra (meglio diffidare dell’ultimativo è!)  giunto al termine: il Ministro Poletti, con la circolare MA 004-A013-11499 (in risposta a Federspev, con effetti su Onaosi ed estensibile all’Enpam?) chiarisce che la legge Madia e la successiva circolare 6/2014 si applicano per tutti! Senza se e senza ma? Personalmente ma sommessamente (sono scaramantico) mi auguro di sì e quanto più estensivamente possibile: tanto da vedere indirettamente realizzata la proposta visionaria del 2011!
 
Perché? Ce l’ho con i pensionati? No, rispetto e vorrei valorizzato il loro ruolo sociale in quanto fonte inesauribile di saggezza ed esperienza. Ma da tempo vado predicando, perché fortemente ci credo, che la sopravvivenza della specie non è data dall’immortalità degli anziani ma dalla crescita dei giovani!
 
Angelo Raffaele Sodano
Presidente Associazione italiana odontoiatri (Aio)

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