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Martedì 15 NOVEMBRE 2016
La medicina riabilitativa nel sistema sanitario della Sardegna. Le richieste dei fisiatri

La Società di Medicina Fisica e Riabilitativa sollecita la Regione a recepire il Piano di Indirizzo della Riabilitazione del 2011, riconoscendo al fisiatra le competenze per gestire il Percorso Riabilitativo Unico e il Progetto Riabilitativo Individuale. Chiesta la riapertura immediata della Scuola specialistica di Cagliari.

“La Riabilitazione è un settore dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria che ha un rilievo sempre crescente, visti gli attuali scenari caratterizzati, in Sardegna come nelle altre regioni italiane, dal progressivo invecchiamento della popolazione, dall’aumento delle condizioni patologiche disabilitanti a decorso cronico e dal numero  crescente di persone con disabilità a lunga aspettativa di vita”. Per questo “nel quadro del processo di riorganizzazione del sistema sanitario attualmente in atto in Sardegna, il ruolo della Riabilitazione deve essere opportunamente valorizzato, sia per dare risposta adeguata ai bisogni dei cittadini, che per contribuire al buon funzionamento ed alla sostenibilità del sistema regionale nel suo insieme”. E’ questo, in sintesi, il messaggio emerso dai lavori del Convegno “Futuro e prospettive di una rete riabilitativa integrata in Sardegna”, organizzato il 5 novembre scorso dal Gruppo Regionale della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (Simfer) presso il complesso termale Antiche Terme di Sardara.

“Le attività riabilitative intersecano quasi tutti i nodi dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria sia in ambito territoriale che ospedaliero, per favorire il recupero del  maggior livello di autonomia alle persone affette da patologie disabilitanti, permanenti o transitorie”, ha affermato il Presidente Nazionale Simfer, Paolo Boldrini, nel suo intervento al Convegno.

L’assistenza riabilitativa, nella maggior parte dei casi, coinvolge molte competenze e figure professionali, in fasi ed in luoghi diversi, ed in archi temporali lunghi, che a volte comprendono l’intero ciclo di vita della persona. “Per questi motivi, la Simfer ribadisce la necessità che la Regione Sardegna recepisca il Piano di Indirizzo della Riabilitazione del 2011, come già ha fatto la maggioranza delle Regioni, come condizione per lo sviluppo di un’organizzazione dipartimentale dell’assistenza riabilitativa”, ha spiegato il Segretario del Gruppo Simfer Sardegna, Mauro Piria.

In questa prospettiva, la Simfer ritiene che vada riconosciuta e valorizzata la professionalità del medico specialista fisiatra, che dispone delle competenze utili alla gestione del Percorso Riabilitativo Unico e del Progetto Riabilitativo Individuale, così come declinati nel Piano di Indirizzo. “Tutto questo in opportuna sinergia con le altre professionalità dell’area riabilitativa”.

Un altro elemento focalizzato al congresso è stato quello della formazione specialistica in Medicina Fisica e Riabilitativa, con la richiesta della riapertura “immediata” della Scuola di specializzazione presso la sede di Cagliari.

Sul piano dell’organizzazione dell’assistenza, la Simfer ha poi sottolineato come “l’intervento riabilitativo precoce e sistematico presso le unità ospedaliere per acuti, in tutte le strutture ospedaliere della regione, secondo la logica della ‘early rehabilitation’, sia un elemento cruciale per definire il successivo  percorso di cura, permettendo in tal modo una presa in carico tempestiva ed appropriata nelle fasi successive (strutture riabilitative ospedaliere, servizi territoriali, residenzialità protetta, cure domiciliari)”. Analogamente, la simfer ritiene “opportuno l’inserimento sistematico della competenza fisiatrica nell’ambito dell’attività distrettuale,  attualmente in atto solo in alcune realtà regionali”.

Dalla Simfer Sardegna è arrivata, infine, la volontà di “programmare a breve una nuova occasione di confronto con i politici e i programmatori regionali così da permettere loro la visione diretta delle problematiche del settore e delle proposte che provengono dal mondo dei professionisti. Si ritiene, infatti, che perseguire il confronto tra la politica e gli operatori che tutti i giorni lavorano nel mondo reale rappresenti un’esigenza di assoluta importanza al fine di mettere in atto strategie vincenti per i soggetti portatori di disabilità”.

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