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Mercoledì 16 NOVEMBRE 2016
Urologia. Conclusa all’Asl di Biella la prima fase del percorso formativo dedicato ai medici di famiglia

“È spesso il medico di medicina generale a dover gestire pazienti affetti da patologie alla prostata“. Da qui l’idea di promuovere i corsi. Per la Asl è “il segnale di una realtà, l’urologia, che punta ad aprirsi sempre più al territorio, favorendo collaborazioni che alimentano appropriatezza e spesso determinano una maggiore celerità nella diagnosi”.

Si è conclusa la prima fase di incontri formativi promossi dall’urologia dell’Asl di Biella, dedicati ai medici di medicina generale del territorio biellese. Un percorso iniziato con un primo appuntamento l’1 ottobre e che ha visto il secondo step il 5 novembre scorso. Un mese durante il quale alla teoria è stata applicata anche la pratica con un affiancamento quotidiano proseguito all’interno degli ambulatori urologici ospedalieri.   

“È spesso il medico di medicina generale, infatti, a dover gestire pazienti affetti da patologie alla prostata, di natura benigna o maligna. Da qui l’idea di promuovere corsi per aggiornare gli specialisti del territorio”, spiega la Asl. Tra i temi affrontati le ultime novità sull’interpretazione del PSA (antigene prostatico specifico) e sul trattamento medico o chirurgico in caso di ipertrofia prostatica benigna. Uno spazio specifico è stato dedicato anche alla diagnosi radiologica e alle possibilità offerte dalla chirurgia mini invasiva.

Un’urologia quella dell’ospedale di Biella, diretta dal dott. Stefano Zaramella, che sta crescendo e che da alcuni mesi è supportata anche da nuovi medici; è stata attivata anche una collaborazione con l’Università di Genova.  

Per la Asl “questa iniziativa culturale e scientifica – la prima di tante – è il segnale di una realtà, l’urologia, che punta ad aprirsi sempre più al territorio, favorendo la collaborazione con i medici che sul territorio ogni giorno si confrontano con pazienti colpiti da patologie della prostata. Sinergie importanti che alimentano appropriatezza e spesso determinano una maggiore celerità nella diagnosi”.

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