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27 NOVEMBRE 2016
Un motore nuovo per la “Quarta riforma”. Ne parliamo a Milano il 3 dicembre



Gentile Direttore,
siamo assolutamente d’accordo con l’idea di fondo (e non solo con quella!) de “La quarta riforma” di Ivan Cavicchi: una riforma “che abbassi i costi complessivi del sistema, rendendoli compossibili con la spesa pubblica e con i diritti delle persone”.
 
Citando l’Introduzione del libro di Cavicchi, concordiamo in pieno sul fatto che “per mettere d’accordo le necessità delle persone e le disponibilità economiche servirebbe un autobus sostenibile, più leggero, che consumi poco e più veloce: ma senza un motore nuovo un autobus del genere non sarebbe possibile”.
 
“Il Governo di turno, e i suoi consiglieri, ha lasciato intendere che di rifinanziare la grande corriera sgangherata non ci pensa proprio, e che semmai bisognerà decidere di sostituirla con tricicli o qualcos’altro, rassegnandosi al fatto che molti resteranno a piedi”.
 
Tuttavia siamo sensibili, come Cavicchi, anche ai vincoli e ai problemi reali che ha il Governo, e consapevoli che non ci si può limitare a chiedere risorse senza portare in cambio altrettanto valore, in modo concreto e almeno contestuale.
Da parte nostra intendiamo presentare una proposta seria e concreta su quale potrebbe essere un “motore nuovo” da sperimentare per l’”autobus” del SSN.
 
Ancora una breve premessa. Il dilagante fenomeno del disease mongering/commercio delle malattie e l’incessante offerta di tecnologie e prestazioni sempre più sofisticate e costose, accanto alla grave crisi economica internazionale, stanno mettendo in discussione la sostenibilità di tutti i servizi sanitari, anche nei paesi a più alto reddito.
 
Una risposta a questa deriva consisterebbe in teoria nel promuovere e utilizzare solo tecnologie e prestazioni di documentata efficacia e con un buon rapporto costo-efficacia, che soddisfino bisogni clinici e sociali rilevanti.
 
Ma ciò non sta accadendo e siamo convinti che non accadrà, a meno che, oltre ad essere eticamente desiderabile, non lo si renda anche conveniente per gli attori in Sanità.
 
Dunque è strategico riconsiderare per i diversi attori il modello di remunerazione, per allineare i loro interessi (e quelli delle organizzazioni in cui operano, e il rispettivo finanziamento) con la mission del sistema: la difesa e promozione della salute dei singoli assistiti e della comunità, in un quadro di sostenibilità economica destinata a durare nel tempo.
 
Per discutere e promuovere una concreta applicazione di un modello più funzionale a garantire la sostenibilità di un sistema universalistico pubblico, efficace, solidale e gradito dai cittadini e dagli operatori segnalo una giornata di studio promossa dal Sindacato Medici Italiani-SMI, dalla Fondazione Centro Studi Allineare Sanità e Salute e dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” dell’Università degli Studi di Milano (vedi programma).
 
Alberto Donzelli
Allineare Sanità e Salute

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