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Venerdì 01 LUGLIO 2011
Ocse: la spesa per la sanità continua a crescere più velocemente del Pil

Nei 34 Paesi aderenti, nel 2009 ha raggiunto il 9,5 per cento del Pil a fronte dell‘8,8 dell’anno precedente. Irlanda e Regno Unito le nazioni in cui si sono registrati i maggiori incrementi. Tuttavia, nei prossimi anni, dopo quasi mezzo secolo di crescita ininterrotta, la spesa sanitaria dovrebbe stabilizzarsi.

Non si arresta la corsa della spesa sanitaria nei paesi Ocse. Secondo gli ultimi dati pubblicati ieri dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel 2009 la salute è costata in media il 9,5 per cento del Pil nei 34 Stati aderenti, a fronte dell‘8,8 per cento dell’anno precedente.Segno che la spesa marcia più velocemente del Pil, seppur anch’esso sia in risalita dopo la recessione globale.
L’aumento relativo della spesa è più accentuato nei Paesi che più hanno risentito della crisi. In Irlanda, per esempio, si è passati dal 7,7 per cento del 2008 al 9,5 del 2009; nel Regno Unito dall‘8,4 al 9,8. Più contenuto l’incremento registrato in Italia, dove si è passati dal 9 per cento del 2008 al 9,5 del 2009, mentre per il 2010 ci si dovrebbe attestare a un 9,6 per cento.
Gli Stati Uniti restano la nazione in cui la salute incide di più sul prodotto interno lordo: drena il 17,4 per cento delle risorse del Paese, pari a 7960 dollari pro capite. In Europa, le sanità più costose sono invece quelle di Olanda (12%), Francia (11,8%) e Germania (11,6%).
È la spesa pubblica quella che cresce più rapidamente: tra il 2008 e il 2009 è salita del 4,1 per cento a fronte di un aumento del 2,7 per quella privata.
Tuttavia, come sembrano suggerire i primi dati disponibili per il 2010, dopo quasi mezzo secolo di crescita, dal 2010-2011 la spesa per la salute dovrebbe stabilizzarsi come conseguenza di una ripresa più sostenuta del Pil e di politiche di contenimento della spesa sanitaria messe in atto in quasi tutti i Paesi. Politiche che, tuttavia, precisa l’Ocse in una nota, “dovrebbero dare maggior valore alle risorse impiegate nella spesa sanitaria, ma anche continuare a perseguire gli obiettivi di lungo periodo per avere sistemi sanitari più equi, adeguati alle esigenze dei cittadini ed efficienti”. 

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