quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 23 DICEMBRE 2016
Ebola. Studio conferma efficacia del vaccino. La soddisfazione dell’Oms. Ricerca finirà nel 2017 ma in ogni caso pronte 300mila dosi per eventuali emergenze. Testato su quasi 6mila persone e nessuna ha contratto la malattia

Tra le 5.837 persone vaccinate, entro i primi dieci giorni, non si è verificato nessun caso di Ebola. Ma, nonostante gli ottimi riscontri, gli studi non finiscono qui: sono in corso delle sperimentazioni per fornire ulteriori dati sulla sicurezza del vaccino nei bambini o in quelle fasce di popolazione più vulnerabili, come i pazienti affetti da HIV. Attualmente, e prima dell’approvazione definitiva, il vaccino è stato somministrato attraverso la procedura del consenso informato. I risultati su The Lancet

L’ebola potrebbe diventare soltanto un brutto ricordo. Gli scienziati avrebbero trovato un vaccino capace di prevenire l’infezione. Si chiama rVSV-ZEBOV ed è stato sperimentato grazie ad uno studio condotto nel 2015 in Guinea, che ha coinvolto quasi 12 mila persone.
La notizia del nuovo rimedio è stata pubblicata oggi su The Lancet. Tra le 5.837 persone vaccinate, entro i primi dieci giorni, non si è verificato nessun caso di Ebola. Nello stesso periodo, 23 persone non vaccinate, invece, si sono ammalate. Allo studio hanno contribuito l’OMS, il Ministero della Salute della Guinea, l'Istituto norvegese di sanità pubblica in collaborazione con altri partner internazionali.

C’è soddisfazione per i risultati raggiunti, ma anche rammarico per coloro che hanno già perso la vita: "Le conclusioni dello studio sono convincenti – ha detto Marie-Paule Kieny, vice Direttore Generale per sistemi sanitari e l'innovazione, e autore principale dello studio – ma arrivano troppo tardi per coloro che sono già morti durante un'epidemia di Ebola dell'Africa occidentale. Di contro, i prossimi che saranno colpiti non saranno più indifesi".
 
Il virus Ebola è stato identificato per la prima volta nel 1976, ma in quel periodo si riscontrarono solo focolai sporadici, in Africa. Durante il triennio 2013-2016, invece, ha provocato una devastazione: più di 11 mila morti. È stata questa strage che ha spinto gli studiosi a ricercare un vaccino. Gli scienziati hanno utilizzato lo stesso metodo messo a punto per sradicare vaiolo. Appena è stato diagnosticato un nuovo caso di Ebola, il gruppo di ricerca ha rintracciato tutte le persone che, potenzialmente, potevano essere entrate in contatto con degli individui contagiati, nelle 3 settimane precedenti. Sono stati così creati 117 gruppi, ciascuno composto da una media di 80 persone. Inizialmente, il vaccino è stato somministrato ad alcuni maggiorenni, solo dopo la pubblicazione dei primi risultati positivi, l’utilizzo è stato allargato ai bambini di età superiore ai 6 anni.

Dopo la vaccinazione, ogni paziente è stato tenuto sotto osservazione per 30 minuti. Nei tre mesi successivi hanno, poi, ricevuto delle visite domiciliari. Circa la metà dei pazienti ha riportato lievi sintomi, tra cui mal di testa, stanchezza e dolore muscolare, ma tutti hanno recuperato in pochi giorni, senza effetti a lungo termine. Anche le tre reazioni più gravi si sono risolte in poco tempo, senza effetti a lungo termine.
 
"Questa ricerca innovativa, ma che ha anche fatto la storia - ha spiegato John-Arne Röttingen, direttore dell'Istituto norvegese di sanità pubblica - è stata resa possibile grazie ad un coordinamento internazionale ed al contributo di molti esperti di tutto il mondo, oltre ad un forte coinvolgimento locale".
 
Anche le aziende farmaceutiche hanno fatto la loro parte. Merck si è impegnata a garantire 300 mila dosi di vaccino per le emergenze, in attesa che, per la fine del 2017, siano pronte tutte le autorizzazioni necessarie.
Nonostante gli ottimi riscontri, gli studi non finiscono qui: sono in corso delle sperimentazioni per fornire ulteriori dati sulla sicurezza del vaccino nei bambini o in quelle fasce di popolazione più vulnerabili, come i pazienti affetti da HIV. Attualmente, e prima dell’approvazione definitiva, il vaccino è stato somministrato attraverso la procedura del consenso informato.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA