quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 27 DICEMBRE 2016
In Sicilia l’aspettativa ai dirigenti medici non è più un diritto



Gentile direttore,
deve sapere che i diritti esistono finché sussistono le condizioni per concederli. Almeno così è in Sicilia. Potrebbe così accadere che un pedone non abbia più il diritto di passare sulle strisce pedonali qualora sopraggiungesse una “giustificata fretta per l’automobilista”. Peggio ancora sarebbe, per il pedone, se la Corte dei conti imponesse un “taglio” alle spese per la segnaletica orizzontale e ad esser sacrificate fossero le strisce pedonali.
 
Nella Sanità siciliana la segnaletica si è persa da tempo, ma non si è perso affatto il temibile giudizio della Corte dei conti. Sembra che si vogliano estremizzare i concetti ma, in Sicilia, di estremo c’è solo la tolleranza dei cittadini.
 
Per andare dritti al nocciolo della questione è opportuno ricordare che l’aspettativa è concessa, o può esser concessa, ai Dirigenti Medici di ruolo del SSN per svariate ragioni, famigliari, personali, sindacali, politiche ecc…In talune forme rientra la discrezionalità dell’Azienda Ospedaliera nel concederla o meno. Tuttavia, una forma di aspettativa, cioè quella concessa ai sensi dell’articolo 10, comma 8, lettera b) del CCNL, secondo un parere dell’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) non è discrezionale e, al verificarsi delle condizioni previste, deve essere concessa. Stiamo parlando dell’aspettativa che viene concessa a un Medico di ruolo del SSN che la chiede per lavorare a tempo determinato presso un’altra azienda del SSN.
 
Tutto ciò avviene senza aggravio di spesa per l’ente pubblico che concede l’aspettativa (che non paga più il dipendente) e con la possibilità, per lo stesso, di sostituire il Dirigente in aspettativa. In altri termini non c’è aggravio di spesa, non c’è spreco, non c’è nocumento per alcuno ed è favorita la mobilità e l’integrazione tra enti pubblici del SSN.
 
Tuttavia, in Sicilia, terra di pionierismi e di pseudo eroismi, non potevano mancare Direttori Generali (ASP TP – ASP ME – ASP CT) e complici Dirigenti Amministrativi che sfidassero la terra del diritto e delle conquiste dei lavoratori. Tali Direttori Generali, che in Sicilia sono stati accuratamente e minuziosamente selezionati, hanno pensato bene di inventare la teoria del diritto ipotetico, cioè che il diritto esiste se sussistono le condizioni (variabili) per concederlo. Per tali ragioni gli stessi hanno disposto che ai Dirigenti Medici in aspettativa secondo l’articolo citato è imposto il rientro nell’Azienda di appartenenza poiché la Corte dei conti sta monitorando i loro bilanci e il loro ricorso ad assunzioni a tempo determinato (che non possono superare un numero massimo imposto).
 
Pare che, nonostante l’accurata e minuziosa selezione che li riguarda, i sopracitati Direttori Generali non riescano a spiegare alla Corte dei conti, e soprattutto all’assessore al ramo, che lo sforo di bilancio non è dovuto tanto alla concessione delle aspettative e relativi incarichi di sostituzione, bensì ad un blocco delle assunzioni che in Sicilia regna ormai da più di quattro anni.
 
Mi sembra di capire che i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere siciliane abbiano diversi e difficili problemi da affrontare e da risolvere, tuttavia appare chiaro che tali problemi affondino le loro radici più su l’inosservanza dei doveri che non sulla concessione dei diritti. Pertanto, da semplice Dirigente Medico, mi sento di invitare i Direttori Generali in questione ad una vigilanza operativa su competenze, attività e comportamenti del personale piuttosto che sui diritti a loro riconosciuti. Anche perché la pioggia di ricorsi, motivati, che si abbatterà su queste amministrazioni potrebbe rappresentare, questa si, un ulteriore capitolo di spesa per aziende già precarie nei loro conti e nei loro assetti istituzionali.
 
Dott. Gianluigi Morello
Dirigente Medico - U.O.C. Anestesia e Rianimazione
Azienda Ospedaliera "Garibaldi". Catania

© RIPRODUZIONE RISERVATA