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Giovedì 12 GENNAIO 2017
Corte dei conti. Spesa sanitaria torna a correre nel 2016: nei primi 6 mesi +11%. Nel 2015 in calo personale e beni e servzi. Ticket +15,2%

Grandissime differenze Nord-Sud con la Campania sempre fanalino di coda. Nel 2015 si riducono anche le spese delle regioni per gli organi istituzionali della Asl, anche se Sicilia, Lombardia e Veneto da sole rappresentano più della metà del costo totale. Il Rapporto della Corte dei conti sulla finanza regionale. IL DOCUMENTO

Spesa sanitaria sull’ottovolante, ticket che aumentano (anche se l’incremento è da attribuire alla sola Regione Calabria), giù invece la spesa per il personale e servizi, ma con grandi macro differenze regionali. E non solo: cresce di poco l’intramoenia mentre si riducono le spese per gli organi istituzionali, con Sicilia, Lombardia e Veneto in cui è concentrata più della metà della spesa. Sono questi alcuni dei numeri del Referto su “Gli andamenti della finanza regionale - Analisi dei flussi di cassa anni 2012-2015 e primo semestre 2016” della Corte dei conti pubblicato oggi.
 
Ma andiamo a vedere in sintesi il documento per la parte sanitaria. E partiamo dalla spesa sanitaria che negli ultimi 4 anni è stata sull’ottovolante. “Per le Regioni e le Province autonome, nel quadriennio 2012-2015, i pagamenti per spesa sanitaria (essenzialmente caratterizzata da trasferimenti), per effetto delle anticipazioni di liquidità incassate - in particolare nel biennio 2013/2014 - per il pagamento dei debiti commerciali accumulati dai rispettivi enti sanitari, aumentano da 110,7 miliardi nel 2012 a circa 113,2 miliardi in ciascun anno del biennio 2013/2014, per ridursi a 112 miliardi nel 2015. Nel primo semestre 2016 i pagamenti per la spesa sanitaria tornano a crescere sia per spesa corrente sia per spesa in conto capitale (complessivamente +11,4%)”.
 
Aumentano i ticket. In generale nel biennio 2014/2015 gli incassi di parte corrente sono diminuiti dell’1,89%, con una variazione cumulata complessiva (quadriennio 2012/2015) anch’essa negativa (-0,35%), malgrado le iniezioni di liquidità incassate dagli Enti sanitari per il pagamento dei debiti commerciali. Ma in questo calo nell’ambito della riduzione generalizzata degli incassi, è da notare l’incremento delle risorse sborsate dagli utenti per il pagamento dei ticket (prestazioni specialistiche), che aumentano del 15,2% nel biennio 2014/2015 (+12,6% rispetto al 2012). In totale nel 2015 le Regioni hanno incassato 1,64 miliardi contro gli 1,42 mld del 2014.
 
Analizzando la tabella però si può notare che l’aumento dell’ultimo anno è tutto da imputare agli incrementi degli incassi della Regione Calabria che è passato dai 21,8 mln del 2015 ad un incasso di 248,7 mln nel 2015.
 
In lieve crescita l’intramoenia. La Corte dei conti evidenzia come nel 2015 gli incassi per le Regioni sono stati di 995 mln, 10 mln in più rispetto al 2014. Trend stabile in tutte le Regioni con pochi cambiamenti di rilievo.
 

 
Personale. Spesa in calo di quasi il 5%. Ma a Bolzano la spesa pro-capite è doppia rispetto al Lazio. Le principali categorie di spesa nel comparto sanitario sono rappresentate dal personale e dagli acquisti di servizi che, ancora nel 2015, incidono per quasi il 70% del totale pagamenti, arrivando a coprire oltre l’80% della spesa se si considera anche la categoria dell’acquisto di beni.
 
Con riguardo ai pagamenti effettuati dagli Enti sanitari relativamente al personale (che rappresenta il 30% della spesa), questi proseguono il loro trend decrescente (-4,70% nel quadriennio, -0,6% rispetto al 2014): la riduzione maggiore nel quadriennio è osservata nelle Regioni in piano di rientro (-9,28%).
 
Nello specifico la Regione ad aver ridotto di più la spesa per il personale è la Campania: dal 2012 al 2015 oltre 550 mln in meno (- 17,7%). Tra le regioni che hanno ridotto di più la spesa anche Sicilia (-12,2%), Calabria (-11%) e Lazio (-7%). In controtendenza, Sardegna (+4,4%), Abruzzo (2,1%), Toscana (+1,1%) e Lombardia (+0,9%).
 
Per questa categoria di spesa, nel 2015 il dato nazionale pro capite è 592 euro, ma con notevoli differenze: nella Provincia autonoma di Bolzano ed in Valle d’Aosta – dove l’incidenza della spesa per il personale rispetto ai pagamenti correnti è pari rispettivamente al 48,9% ed al 44% – il pro capite è pari a 1.089,2 e 902,8 euro, contro i 459,58 euro della Regione Campania e i 468,30 della Regione Lazio.
 

 
Anche i pagamenti relativi agli acquisti di beni e servizi si riducono (-2,4% nel quadriennio, -5% nel 2015 sul 2014) benché si sia evidenziato nel 2015 un aumento sul versante dei costi (+5% rispetto al 2014). Tuttavia, l’andamento non è uniforme nel territorio: la Regione Lazio conosce la contrazione di pagamenti per acquisto di beni e servizi di maggior rilievo (-28% nel 2015 sul 2014), il Molise registra la variazione positiva più elevata, +15%. Il pro capite nazionale dei pagamenti per beni e servizi nel 2015 è pari a 1.177,7 euro, la Lombardia ha un pro capite di 1.839,9; la Provincia autonoma di Trento 1.285,8; il Lazio 1.216,3. La Regione Campania presenta il dato più basso d’Italia, 833,12 euro.
 

 
Voce rilevante anche quella che riguarda i costi delle Regioni per gli organi istituzionali (direttore generale, amministrativo, sanitario, sociale, collegio sindacale ecc.). Tra il 2012 e il 2015 la spesa si è ridotta del 22% arrivando a quota 117 mln. Da notare come la Sicilia con 27 mln la Lombardia con 24 mln e il Veneto (11 mln) rappresentino più del 50% del totale.
 

 
Luciano Fassari

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