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Lunedì 16 GENNAIO 2017
Zaia, Rossi e Maroni i presidenti più ‘amati’. Ultimi Serracchiani, Pigliaru e Crocetta. Il Governance poll del Sole 24 Ore

Sono i presidenti di Veneto, Toscana e Lombardia a guidare la lista mentre i colleghi di Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia risultano i meno "graditi" ai cittadini. Al quarto posto il piemontese Chiamparino seguito da Bonaccini (Emilia Romagna). Il pugliese Emiliano è ottavo, mentre De Luca (Campania) è decimo. Zingaretti (Lazio) al 14° posto.

Con il 60% di gradimento è Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, il primo nella classifica del ''Governance poll'' pubblicata oggi da ''Il Sole 24 Ore'' relativa ai presidente di Regione.  Eletto con il 50,1% delle preferenze, Zaia ha registrato così un balzo del +9,9%. Al secondo posto, con il 57% (+9%), c''e'' il Dem Enrico Rossi. Terzo il lombardo Roberto Maroni con il 54% (+11,2%), seguito dal piemontese Sergio Chiamparino al 53 % (+5,9).
 
Quinto il governatore dell''Emilia Romagna Stefano Bonaccini, al 52% (+3%), sesto il calabrese Mario Oliverio al 51% (-10,4), settimo il lucano Marcello Pittella al 50% (-9,6), ottavo il pugliese Michele Emiliano al 44% (-3,1).
 
Al nono posto c’è il molisano Paolo Di Laura Frattura al 42 (-2,7), al decimo il campano Vincenzo De Luca, al 42% (+0,9%). In undicesima posizione segue l'umbra Catiuscia Marini al 39 (-3,8), al dodicesimo c’è invece Luca Ceriscioli delle Marche con il 38% (-3,1).
 
Il ligure Giovanni Toti si piazza tredicesimo con il 37% (+2,6%), mentre Nicola Zingaretti del Lazio è 14esimo con il 36% (-4,7%). Al 15esimo c’è l’abruzzese Luciano D'Alfonso (con il 34% (-12,3), seguito da Debora Serracchiani del Friuli Venezia Giulia con il 33% (-6,4) e da Francesco Pigliaru della Sardegna con il 30% (-12,5). 
 
Guardando i risultati nel loro complesso si rileva in media un tasso di gradimento del 43,3% per i presidenti regionali, staccato di dieci punti abbondanti dal 53,5% raccolto in media dai sindaci nella stessa indagine di Ipr Marketing. 
 
Questo dato generale - osservano i ricercatori - è però il frutto di due tendenze opposte: al Nord il consenso medio è del 48%, e segna un aumento del 4% rispetto ai voti veri raccolti dai presidenti alle urne, nel Mezzogiorno invece i sì si fermano al 39,5%, e segnalano una contrazione del 6,2% rispetto ai risultati elettorali.

 

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