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Venerdì 27 GENNAIO 2017
Giornata della memoria. Tadeusz Pankiewicz, la storia di un farmacista “Giusto tra le Nazioni”

Durante l'occupazione nazista, nel Ghetto di Cracovia esercitano 4 farmacie di non ebrei e solo uno dei titolari, il cattolico polacco Pankiewicz, rinuncia all’offerta nazista di trasferimento nella zona 'ariana' della città e ottiene il permesso di continuare l’attività e, addirittura, di soggiornare nella sua farmacia. Pankiewicz sarà l’unico non ebreo residente nel Ghetto, e ne diventerà testimone ed eroe contribuendo a salvare molte vite.

Era il settembre del 1939 quando, a seguito della campagna polacca che vede le forze naziste conquistare rapidamente il Paese, inizia l’occupazione di Cracovia e la persecuzione della popolazione ebraica in tutta la città. Nel maggio del 1940, viene ordinata una massiccia deportazione degli ebrei: degli oltre 68.000 di essi presenti a Cracovia, solo a 15.000 lavoratori con le famiglie è concesso di rimanere mentre i restanti sono costretti ad abbandonarla per essere “reinsediati” in aree circostanti. Il 3 marzo 1941 viene ufficialmente creato il ghetto, completamente isolato dal resto della città grazie all'edificazione di mura di cinta.
 
In quel periodo, tra le mura del nuovo Ghetto, vi sono quattro farmacie di proprietà di non ebrei e solo uno dei titolari, il cattolico polacco Tadeusz Pankiewicz, si oppone al trasferimento nella zona ‘ariana’ della città riuscendo anche a convincere le autorità del Reich a rilasciargli un permesso per poter continuare l’attività e soggiornare nei locali stessi della sua farmacia: “Apoteka Pod Orlem”, la “Farmacia dell’aquila”. Per i suoi collaboratori, inoltre, riuscì ad ottenere la concessione di un lascia-passare per poter entrare ed uscire dal Ghetto per motivi di lavoro. 
 
In quel periodo, Pankiewicz si attiva da subito per sopperire alla penuria di farmaci rastrellando forniture più consistenti che dispensa ai residenti del Ghetto spesso gratuitamente. Avrà un ruolo determinante nel contribuire alla sopravvivenza stessa di molti ebrei. Nella sua farmacia, infatti, iniziò un massiccio allestimento di tinture per capelli, usate da coloro che mascherano le loro identità; di tranquillanti da somministrarei ai bambini per mantenere quel 'vitale' silenzio durante le frequenti incursioni della Gestapo; e di droghe pesanti, per alleviare il dolore dei feriti. Il farmacista riuscì anche a realizzare un caveau segreto sotto la sua farmacia, utilizzato per conservare documenti, torah e altri oggetti religiosi.
 
A partire dal 30 maggio 1942 i nazisti avviano sistematiche deportazioni dal Ghetto di migliaia di ebrei verso i campi di concentramento circostanti. Sempre in quell'anno, nel mese di ottobre, viene eseguita un’altra espulsione con inaudita ferocia. Gli ufficiali e soldati nazisti questa volta vanno a prelevare anche Tadeusz nella sua farmacia, ma il destino di un suo viaggio verso l’ignoto è interrotto grazie al successivo intervento di un ufficiale. Alla fine dell'anno il Ghetto viene diviso in due aree, A e B, ermeticamente separate, e la distribuzione di farmaci diviene sempre più difficoltosa. Nuove popolazioni di ebrei sono rastrellate nella campagna circostante e giungono in condizioni precarie e in stato di indigenza nella zona B e Tadeusz fa del suo meglio per dare loro qualcosa da mangiare.Anche la mansarda della farmacia diventa sia taverna che rifugio di molti amici e di sconosciuti.
 
Arriviamo così ai primi mesi del 1943, quando Tadeusz apprende con angoscia la decisione delle autorità naziste di chiudere la farmacia: ingaggia una corsa contro il tempo con le autorità per mantenere una presenza farmaceutica nel Ghetto e la sua persuasione, unitamente ai doni distribuiti saggiamente, gli consente di ottenere la documentazione utile per continuare la sua attività in farmacia. Il Ghetto, nel contempo, va svuotandosi a causa di deportazioni, arresti ma anche eliminazione sistematiche, di cui circolano le prime voci. La zona A del Ghetto è stata quasi del tutto svuotata dei suoi abitanti. Tadeusz prosegue nella sua frenetica distribuzione di medicinali per i bambini e i malati; spesso trasporta i feriti di cui, poi, egli stesso si prende cura per come gli è possibile.
 
Il 13 e il 14 marzo 1943 i nazisti operano la “liquidazione” finale del Ghetto avvalendosi delle SS al comando dello SS- HauptsturmführerAmon Göth: 8.000 ebrei reputati abili al lavoro sono deportati alCampo di concentramento di Kraków-Plaszów, circa 2.000 ritenuti inabili sono trucidati per strada nel ghetto ed i rimanenti sono inviati a morire al campo di Auschwitz. Pankiewicz e il suo staff, dalla farmacia sulla piazza principale, si prodigano incessantemente per offrire riparo nei locali agli ebrei braccati.
 
Dopo la guerra, Tadeusz Pankiewicz è anche uno dei testimoni dell’accusa all’epocale processo di Norimberga celebrato contro i criminali nazisti. 
 
Il 10 febbraio 1983 a Gerusalemme il memoriale presso l’Istituto Yad Vashem conferisce a Tadeusz Pankiewicz il riconoscimento di “Giusto fra le Nazioni” per l’eroismo e il coraggio delle sue azioni effettuate disinteressatamente durante la guerra rischiando la propria vita per aiutare gli ebrei: gli è conferita la cittadinanza onoraria dello Stato di Israele e durante la cerimonia ufficiale, nel viale dedicato agli eroi che avevano salvato ebrei durante lo sterminio, è piantato in suo onore un albero di carrubo, resistente e perenne, ai cui piedi una targa riporta il nome del salvatore e il suo Paese di provenienza. 
 
Nell’aprile 1983, alla sua presenza si inaugura il Museo nazionale della Memoria alloggiato nell’edificio dell’Apteka dell’Aquila a Podgórze, anch’essa trasformata in museo. Intanto, la piazza della farmacia il muta il nome in“Ghetto Heroes Plaza”, “Piazza degli eroi del Ghetto”, e vi si installa un suggestivo monumento costituito da 70 sedie, ispirato dalla descrizione del libro di Tadeusz Pankiewicz “Farmacia nel ghetto di Cracovia”, dove l’autore ricorda le sedie portate nella piazza durante lo svuotamento delle case degli ultimi abitanti del Ghetto.

Tadeusz Pankiewicz muore a 85 anni il 5 novembre 1993 a causa di un’insufficienza renale.
 
Giovanni Rodriquez

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