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Lunedì 24 MAGGIO 2010
Cozza (Cgil): No alle proposte UE che aumentano l’orario di lavoro dei medici

La Commissione Europea vuole riesaminare la direttiva sull’orario di lavoro sollevando, tra gli altri, il problema di come calcolare le ore di lavoro e i periodi di riposo durante i turni di guardia. Nonostante l’obbligo di presenza, infatti, il lavoratore potrebbe non essere chiamato ad intervenire e, quindi, ad esercitare a tutti gli effetti l'attività lavorativa

Si riaccendono i riflettori sulla direttiva europea sull’orario di lavoro dopo l’accesa e sventata fase del 2008 che aveva visto medici, professionisti sanitari e lavoratori di tutta Europa schierati contro l’ipotesi di allungare a 65 ore l’orario di lavoro settimanale.Ora, però, i contenuti della direttiva sono di nuovo messi in discussione dalla Commissione Europea che - nella Comunicazione ‘COM (2010) 106 definitivo’ di riesame della direttiva sull’orario di lavoro ‘2003/88/CE – propone una serie di modifiche tra cui:
- l’opzione di un orario basato sulla organizzazione del lavoro in funzione della produttività, anche oltre la media delle 48 ore settimanali;
- la possibilità di non prendere in considerazione, per il calcolo dell’orario di lavoro, i periodi di inattività durante le guardie.

Una proposta “inaccettabile”, che “aumenta il tempo lavorativo, in particolare per i medici”, osserva il segretario nazionale della Fp Cgil Medici Massimo Cozza.
Ricordando la grande manifestazione a Strasburgo che, nel dicembre 2008, vide i medici europei unirsi in protesta contro le norme sull’orario di lavoro allora in discussione, Cozza annuncia che il sindacato è pronto a dare battaglia nell’ambito della Confederazione Europea dei Sindacati (CES), a partire dalla prima fase di Consultazione con le parti sociali.  
 

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